Titoli di Stato e dollaro: il tonfo della credibilità americana (e quei sospetti su Pechino)

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Corriere della Sera ECONOMIA

Per ottant’anni, i mercati si sono basati su due pilastri che hanno sostenuto l’infrastruttura del sistema finanziario internazionale: il dollaro come moneta di riserva per le banche centrali o le istituzioni private in qualunque Paese; e i titoli di Stato americani come unici valori sicuri, privi di rischio, reperibili e scambiabili in abbondanza e rapidamente in ogni momento e ovunque, dunque validi quali garanzia in tempi normali e beni rifugio durante le crisi. (Corriere della Sera)

Su altri media

Post di Giovanni Di Corato, Amministratore Delegato Amundi RE Italia SGR – (Econopoly - ilSole24ORE)

Il biglietto verde perde la media del 10% contro le altre valute mondiali rispetto ai massimi di gennaio e scende ai minimi da due anni. A trarne vantaggio è l’euro, che guadagna altrettanto nello stesso lasso di tempo, portandosi ai massimi dall’invasione russa dell’Ucraina. (Investireoggi -)

Questa dinamica ha funzionato bene durante il primo mandato di Trump e in vista delle elezioni statunitensi del 2024. Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente". (La Stampa)

C'è una cosa che non ti dicono mai davvero: la politica monetaria è poesia. O, almeno, una forma di incantesimo. Si pronunciano formule svalutazione, fluttuazione, tassi e la realtà cambia forma. Il mondo si muove perché qualcuno, da una stanza insonorizzata della Federal Reserve, ha fatto sentire la voce di un dollaro. (il Giornale)

Apertura in ribasso per il dollaro, che ha portato a termine la quinta settimana negativa delle ultime sei: -3,6%. Per trovare un bilancio peggiore bisogna risalire al novembre 2022. (Websim.it)

Siamo nell’ambito della tokenizzazione degli asset, una vera novità nel comparto degli investimenti, quantomeno per il fatto che si tratta di un sistema ancora poco conosciuto. (Proiezioni di Borsa)