Borse, Larry Fink gela i mercati: "Siamo già in recessione". Bond Usa a picco, Piazza Affari chiude in calo dello-0,7%
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Fink (BlackRock), "Usa vicini o già in recessione" Gli Stati Uniti sono "molto vicini se non addirittura già in recessione". Lo ha detto l'a.d di BlackRock Larry Fink, sottolineando di essere rimasto sorpreso dai dazi di Donald Trump, che sono "andati al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare nei miei 49 anni in finanza". "Questa non è Wall Street contro Main Street", ha spiegato Fink perché il calo dei mercati azionari "colpisce i risparmi di milioni di persone ordinarie". (affaritaliani.it)
La notizia riportata su altri giornali
Nondimeno, la banca americana stima adesso al 35% le probabilità di una recessione. Non si può dire, invece, che Goldman Sachs abbia mostrato pregiudizi verso l’amministrazione repubblicana. (Corriere della Sera)
L'escalation commerciale tra Stati Uniti e Cina ha depresso molti listini azionari. Larry Fink, Ceo di BlackRock (il più grande fondo di investimento globale), non ha usato mezzi termini «Gli Stati Uniti sono molto vicini se non già in recessione», ha detto aggiungendo che «i dazi di Trump sono andati al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare nei miei 49 anni in finanza». (il Giornale)
È sfiduciato, Robert Engle. L’economista della New York University - dove ha fondato il “Volatility Institute” con fili… (la Repubblica)

Il fenomeno in genere è molto paventato perché in qualche modo altera alcuni principi fondamentali dell'economia fiscale e monetaria, riducendo il campo di azione dei governi e delle Banche centrali. (Investire.biz)
E insieme a loro, oltre al mercato che non dà fiducia al progetto di riscrittura degli equilibri commerciali voluto da Donald Trump, anche la Federal Reserve esprime timori per l’andamento dell’inflazione che, sottolineano per la prima volta dopo mesi, potrebbe ritornare a salire toccando il 4%. (Il Messaggero)
Le prime trimestrali delle grandi banche di Wall Street sembrano tracciare un quadro roseo sulla salute del comparto bancario statunitense. I numeri pubblicati oggi da Jp Morgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo vanno oltre le attese, ma va ricordato che il periodo di riferimento è antecedente all’entrata in vigore dei dazi che in queste settimane hanno sconvolto le Borse mondiali. (Milano Finanza)