Dazi UE sulle auto elettriche cinesi, Pechino protesta

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ECONOMIA

La Commissione europea ha ufficialmente adottato nuovi dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, che entreranno in vigore il 31 ottobre. La decisione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale UE il 30 ottobre, mira a contrastare le sovvenzioni del governo cinese ai propri costruttori, considerate una minaccia per l'industria automobilistica europea. Le nuove tariffe doganali si aggiungono all'attuale aliquota del 10%, con incrementi significativi: 7,8% per le auto Tesla prodotte a Shanghai, 17% per BYD, 18,8% per Geely e 35,3% per SAIC.

La quota di mercato delle auto elettriche cinesi nell'UE è esplosa negli ultimi anni, passando da meno del 2% nel 2020 a oltre il 14% nel secondo trimestre di quest'anno. Questo aumento ha suscitato preoccupazioni tra i produttori europei, che hanno investito ingenti risorse nella produzione di veicoli elettrici in vista del divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione, previsto dall'UE entro il 2035. Tuttavia, il calo della domanda e la concorrenza cinese hanno messo in difficoltà aziende come Volkswagen, Mercedes e Porsche, che stanno valutando tagli alla produzione.

Pechino ha reagito con fermezza alla decisione europea, dichiarando di non accettare i nuovi dazi e di aver presentato un reclamo al meccanismo di risoluzione delle controversie del WTO. Un portavoce del ministero del Commercio cinese ha affermato che la Cina adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i legittimi diritti e interessi delle sue aziende, pur riconoscendo che l'UE continuerà le consultazioni con la Cina sul piano di impegno sui prezzi.

La tensione tra UE e Cina in ambito commerciale non è nuova, ma questa nuova misura potrebbe avere ripercussioni significative sul mercato automobilistico globale.