Oltre gli strappi, il Pd va rifatto

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il manifesto INTERNO

Un voto pesantissimo per il Pd a Strasburgo, la spaccatura nel gruppo europeo sul progetto di riarmo proposto da von der Leyen è netta. Schlein conferma la sua posizione critica, pur mitigata in un’astensione che però non serve a tenere unito il partito; la situazione interna è molto complicata. Eppure la segretaria, questa è la sensazione, può contare su un consenso prevalente tra gli iscritti e nell’opinione pubblica di sinistra. (il manifesto)

Ne parlano anche altri media

Professor Arturo Parisi, ci risiamo. Il Pd si è spaccato come una mela tra favorevoli e contrari al piano Rearm Europe, con i secondi convenuti in extremis sull’astensione. È finita 10 a 11, con Elly Schlein che ha rischiato di finire in minoranza ma rivendica la sua linea. (L'HuffPost)

Quando vediamo piani di investimenti sull'autonomia strategica dobbiamo parlare anche di difesa comune, che per noi è una cosa ben diversa dal riarmo dei singoli 27 Stati membri, e che non deve andare a detrimento degli investimenti sul sociale e sulla coesione territoriale". (Tiscali Notizie)

Siamo alle solite, quelle del Partito democratico diviso, spaccato in due o persino in tre; quelle con la segretaria da cambiare, del congresso straordinario da convocare, della linea che “così proprio non va”. (L'HuffPost)

Edizione pdf il manifesto del 13 marzo 2025

CIVITAVECCHIA – «Il recente voto sulle spese per l’armamento europeo ha rappresentato un passaggio di grande rilievo per il nostro Partito. «Tale linea – prosegue -, volta a promuovere la pace e il disarmo, ha cercato di preservare l’unità interna del Partito attraverso una mediazione di alto profilo, finalizzata a costruire un’Europa più coesa e solidale. (Civonline)

ROMA. Non aveva mai sperato di convincere ad astenersi Pina Picierno o Giorgio Gori, ma la sensazione è diventata presto quella di una fronda ben più estesa di qual… (La Stampa)

Il Pd si spacca sulle armi e Schlein conserva la maggioranza del gruppo europeo solo per un voto grazie agli indipendenti, rifugiandosi nell’astensione. Anche Bonaccini rompe le righe e dopo due anni salta la tregua dem. (il manifesto)