Il mondo questa settimana: Cecilia Sala e la stampa iraniana, l'eccezionalismo di Trump, Ucraina e gas, la Cina in Africa
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CECILIA SALA E LA STAMPA IRANIANA di Michele Marelli Se i media in lingua persiana all’estero hanno fin dal 19 dicembre dato ampio risalto alla notizia, dedicandovi approfondimenti e dibattiti pressoché ogni giorno, lo stesso non si può dire per i giornali e le agenzie di stampa operanti all’interno della Repubblica Islamica. Come risulta dall’analisi di sette quotidiani tra i maggiori in Iran, il primo articolo pubblicato da un giornale a proposito dell’arresto di Cecilia Sala esce solo il 31 dicembre 2024 (solo nove righe inserite in un pezzo dedicato alla visita del ministro degli Esteri omanita a Teheran). (Limes)
Ne parlano anche altri giornali
Liberata Cecilia Sala, ora si dovrebbe lavorare alla liberazione del popolo iraniano. Ieri, 8 gennaio, la giornalista italiana è tornata a casa con un’operazione-capolavoro del governo e della diplomazia italiana. (il Giornale)
I giornali riportano diverse ricostruzioni. Per la maggior parte però un segnale chiave è stato la telefonata fatta da Cecilia Sala martedì 7 gennaio. «Non sono più in isolamento», ha detto ai familiari, ma probabilmente non sapeva che era un segno atteso da chi stava lavorando alla sua liberazione, il segno che da parte iraniana si stavano rispettando accordi. (Vanity Fair Italia)
Un fascicolo sull’arresto e la detenzione a Teheran di Cecilia Sala è già stato aperto. (ilmessaggero.it)
Credo che sia stata una bella giornata per l'Italia intera, per il sistema Italia, per le tante persone che ci hanno lavorato. "Credo che ieri sia stata una bella giornata. (Tiscali Notizie)
Quando pensi di essere accusata di qualcosa di molto grave in un Paese dove ci sono punizioni definitive, hai paura anche di quello. «Ho avuto paura per la mia vita. (ilmessaggero.it)
A Mario Calabresi, in una puntata del podcast Stories di ChoraMedia, e ai carabinieri… La reporter ricostruisce i venti giorni di detenzione. (La Stampa)