Trump e Putin pronti a incontrarsi

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ESTERI

Le parole del Cremlino di giovedì rivolte a Trump sembrano aver smosso qualcosa nei rapporti tra la Russia e la nuova amministrazione americana. Mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, chiedeva un impegno ancora maggiore nella guerra al fianco dell’Ucraina e l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, annunciava che l’Europa è pronta a sostenere il Paese di Volodymyr Zelensky “anche senza l’aiuto degli Stati Uniti”, da Mosca arrivavano segnali opposti, col portavoce della Presidenza, Dmitry Peskov, che rinnovava la disponibilità del leader di Mosca a un incontro con Trump.

Il presidente eletto degli Stati Uniti ha detto che un faccia a faccia con il presidente russo è in via di definizione. Mentre sul campo continua la pioggia di droni su Kiev. Kallas ha dichiarato che "questa guerra finirà non appena la Russia smetterà di bombardare i civili e le infrastrutture civili e ritirerà le sue truppe". Ha aggiunto che se si fa pressione su Putin, pressione politica ed economica, allora il risultato è positivo. È nell'interesse di tutti avere un accordo di pace, ma è ciò che la Russia non intende seguire. Lo abbiamo visto in passato: pensiamo a Minsk 1, Minsk 2, c'erano accordi ma non li hanno rispettati e abbiamo avuto più guerre.

Le aperture arrivano da entrambe le parti. È certo che un minuto dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca il dossier sulla guerra in Ucraina sarà sul tavolo del neo presidente degli Stati Uniti. Da entrambe le parti dicevamo, perché oggi è stato lo statunitense ad assicurare che potrebbe incontrare presto il presidente russo, Vladimir Putin. Dall'altra, arriva a stretto giro la risposta del russo che, attraverso un portavoce, fa sapere di essere pronto a un dialogo con l'omologo americano.