Il visionario del risparmio

il Giornale INTERNO

Non è solo una «provocazione», ma il germe di un progetto ambizioso: creare un rapporto diretto tra risparmio privato ed economia reale.

Si può dire, visto che i due sono stati amici per una vita e hanno cominciato l'avventura di Mediolanum insieme, che Doris ha cambiato l'istituto del risparmio in questo Paese, come Silvio Berlusconi la politica.

Ha cancellato la nozione ottocentesca degli istituti di credito e ne ha riscritto i principi. (il Giornale)

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E quel Duomo, del quale aveva recepito l'appello della Veneranda fabbrica dell'amico Fedele Confalonieri per contribuire ai restauri. E, infatti, proprio banca Mediolanum dopo aver partecipato al progetto «Adotta una guglia», era stata la prima a sottoscrivere anche la sfida «Adotta una statua», ottenendo in prestito il Santo con tunica corta di autore ignoto (il Giornale)

Ennio Doris è morto ieri e fino a due mesi prima era stato presidente di Banca Mediolanum, la sua creatura. La generosità di Ennio Doris in quel frangente ebbe un ritorno d’immagine enorme (Investire Oggi)

Pubblichiamo di seguito un pensiero sulla scomparsa di Ennio Doris inviatoci da Francesco Priore, decano della consulenza finanziaria in Italia. Infatti, ha predicato il piano di accumulo che resta lo strumento migliore per investire i risparmi, sino all’ultimo giorno. (Bluerating.com)

Un vero tormentone, imitato anche da un irresistibile Maurizio Crozza, che l'aveva portato nelle case di tutti. Pochi mesi dopo Doris incontra casualmente il Cavaliere a Portofino e gli illustra il suo progetto. (Il Messaggero)

Una nefrite colpì Ennio quando aveva 10 anni ed è stata la sua "fortuna". "Ma quale Covid, ecco cosa condanna l'Italia": Ennio Doris, nell'ultima intervista l'inquietante profezia sul nostro futuro. . . (LiberoQuotidiano.it)

La sua frase "C’è anche domani" ha una storia molto particolare. "C’è anche domani", era una delle frasi che ripeteva più spesso Ennio Doris: il suo sguardo pieno di fiducia e ottimismo sulla vita. C’è anche domani è il titolo di un suo libro e come quasi tutte le metafore della sua straordinaria carriera di imprenditore è riconducibile al ciclismo. (La Gazzetta dello Sport)