L’innocenza di Alex: “Avrei preferito morire piuttosto che ammazzare mio padre”

La Stampa INTERNO

«Avrei preferito morire piuttosto che ammazzare mio padre.

L’ho detto sin dal primo giorno e continuo a pensarlo».

Ogni volta che la camera di consiglio accenna ad aprirsi alza gli occhi

Con le dita della mano destra Alex ticchetta il polso sinistro.

Ma quella sera, suo papà «era incontrollabile, con gli occhi fuori dalle orbite.

(La Stampa)

Su altri media

E' stato lui a scegliere l'avvocato Claudio Strata e sarà lui a pagare le spese legali del processo. Al momento della pronuncia, da parte del giudice della Corte d'Assise, della sentenza di assoluzione di Alex Pompa, in aula a Torino c'era anche Paolo Fassa Bortolo, imprenditore trevigiano a capo della famosa azienda italiana di calce. (QV QuotidianoVenariese)

coltellate al padre per difendere la madre e, dopo l'arresto, la richiesta da parte del PM di 14 anni di carcere. La vittima prediletta è Maria, la madre di Alex e del fratello Loris. (Ticinonline)

Fonte foto Ansa. Alex uccise il padre violento per proteggere sua madre. "Alex ci ha difesi": per il tribunale il ragazzo viene assolto. Un gesto estremo, sicuramente da incriminare, ma "liberatorio" nei confronti di quel padre che da tempo costringeva Alex, sua madre e il fratello a vivere nel terrore. (Skuola.net)

Alex Pompa assolto dopo aver ucciso il padre, la madre: “Se avessi denunciato sarei morta” “Oggi alle donne che vivono nella mia stessa situazione dico di denunciare” dice ancora Maria Cotoia, madre di Alex Pompa, il ragazzo assolto dopo aver ucciso il padre per difendere la stesa genitrice. (Fanpage)

Questo video contiene contributi www.raiplay.it Maria Cotoia — madre di Alex Pompa, il ragazzo assolto dopo aver ucciso il padre con 34 coltellate per difendere la madre — lancia un appello tramite il Tg1 raccontando la sua storia. (Corriere TV)

(LaPresse) – Il vice presidente del Tribunale dell’Unione europea ha rigettato la nuova domanda di sospensione della revoca dell’immunità parlamentare di Carles Puigdemont i Casamajó, Antoni Comín i Oliveres e Clara Ponsatí i Obiols. (LaPresse)