Scholz attacca gli impulsi imperialisti di Putin: “Non vincerà la guerra”

Nanopress ESTERI

“Il nostro obiettivo è chiaro: Putin non deve vincere la sua guerra”, ha detto Scholz.

Scholz vuole un’Europa unita contro Putin. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha pronunciato dure parole contro la guerra condotta dalla Russia contro l’Ucraina, nel suo discorso davanti al World Economic Forum (WEF, nel suo acronimo in inglese), tenutosi a Davos (Svizzera).

Scholz, il cancelliere tedesco, assicura che né l’Ucraina né il resto dei paesi europei accetteranno una “pace dittatoriale russa”. (Nanopress)

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Ma se c’è qualcosa di rivelatorio nel discorso che ha pronunciato ieri a Davos non è in ciò che ha detto, ma in ciò di cui non ha parlato. Non legge i suoi discorsi da uno schermo trasparente, ma da un fascicolo di fogli senza vergognarsi per questo. (Corriere della Sera)

(LaPresse) - Al World Economic Forum di Davos duro intervento del cancelliere tedesco Scholzcontro la Federazione Russa. In merito alle parole del cancelliere che aveva annunciato di non poter accettare le condizioni di Mosca, Aleksey Zhuravlyov, membro della Duma, ha precisato che useranno la forza, nel caso, fino ad utilizzare l'arsenale nucleare (Corriere TV)

“Se ci costringete a usare le armi nucleari, noi non avremo altre possibilità”, ha affermato Zhuravlyov, in una traduzione dell’intervento in tv diffusa dai quotidiani. La minaccia della tv russa: “Useremo le armi nucleari”. (Virgilio Notizie)

La conquista russa di tutta l'Ucraina sembra più lontana adesso che all'inizio, anche per l'impressionante resistenza degli ucraini" ha detto Scholz. Ha già mancato tutti i suoi obbiettivi strategici. (Tiscali Notizie)

", ha sbraitato su Russia1 il deputato Zhuravlev. Olaf Scholz ha annunciato che loro non possono accettare i termini dettati dalla Federazione Russa. (ilGiornale.it)

Gli ucraini non vogliono che io lo incontri, ma bisogna affrontare la realta'", ha spiegato. L'attacco dalla tv di Stato russa contro il cancelliere tedesco: "Non accettate i nostri termini? (La Stampa)