Così Cina e India aiutano la Russia (e imboccano una via opposta all’Occidente)

Corriere della Sera ESTERI

Ma questo avviene perché le compagnie petrolifere occidentali hanno ricevuto il messaggio: l’Occidente vuole sbarazzarsi delle energie fossili al più presto, non c’è convenienza a investire nel settore.

di Federico Rampini. India e Cina aumentano gli acquisti di energie fossili dalla Russia, neutralizzando gran parte delle sanzioni.

Anche ipotizzando un forte aumento nell’uso delle energie rinnovabili – cosa auspicabile – questo si accompagnerà per molto tempo con dei consumi di energie fossili che dovranno riempire i buchi

Sul fronte occidentale tutti i governi si dibattono nella stessa contraddizione: come rendere compatibili gli impegni ambientalisti con la dura realtà della nostra dipendenza dalle energie fossili. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

«Anche se le forniture di gas possono ancora attualmente essere procurate sul mercato e abbiamo scorte, la situazione è seria e arriverà l’inverno» ha concluso il ministro alla Russia, perché proprio quando Putin è stato abbandonato dal resto del mondo i due Paesi si sono fatti avanti per acquistare da lui gas e petrolio. (La Legge per Tutti)

Così il calo delle importazioni europee è più che compensato (almeno fino all’entrata in vigore dell’embargo Ue) Dopo l’India anche la Cina ha accelerato gli acquisti a partire da maggio, attirata dai prezzi super scontati. (24+)

Una così elevata quantità di scorte, in pratica, è figlia di una politica ben precisa, avviata ben prima dell’inizio della guerra ucraina. Inoltre il grano, a differenza del petrolio, non può essere stoccata all’infinito, data la sua deperibilità (InsideOver)

La Cina ha criticato fin dall'inizio le sanzioni occidentali definendole "terrorismo finanziario" e "armamento economico", attaccando poi le forniture di armi a Kiev. Le spedizioni dalla Russia verso la Cina sono state quasi 2 milioni di barili al giorno con un incremento di circa il 25% rispetto agli 1,59 milioni di aprile. (Fanpage.it)

Che le materie prime russe si siano svalutate a causa del conflitto con l’Ucraina è provato dalle quotazioni del greggio russo, l’Urals, che prima della guerra valeva più del Wti e del Brent, mentre già da marzo, ossia dal primo mese del conflitto, ha cominciato a perdere valore rispetto agli altri greggi, per stabilizzarsi ad una quotazione inferiore del 30% rispetto agli altri principali “oil” (L'HuffPost)

I media controllati dallo stato cinese e i funzionari del governo hanno taciuto sul petrolio russo e le compagnie petrolifere cinesi hanno seguito lo stesso copione prudente. La vera prova della volontà di Cina e India di acquistare petrolio russo arriverà quando le sanzioni avranno pieno effetto. (ilmessaggero.it)