Frosinone e Milano: le capitali italiane dello smog

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INTERNO

Frosinone si conferma, per il secondo anno consecutivo, la città più inquinata d’Italia, con 68 giorni di sforamenti dei limiti di polveri sottili Pm10 nel 2024. Un dato che la accomuna a Milano, mentre Verona e Vicenza seguono a ruota con 66 e 64 sforamenti rispettivamente. La situazione, già critica, peggiora ulteriormente se si considerano le fonti principali di inquinamento: impianti termici obsoleti e traffico veicolare fuori controllo, che contribuiscono alla proliferazione del particolato atmosferico, uno degli agenti più dannosi per la salute umana.

Secondo l’ultimo report di Legambiente, "Mal’Aria di città 2025", sono 25 i centri urbani su 98 monitorati ad aver superato i limiti giornalieri di Pm10, un aumento significativo rispetto ai 18 del 2023. La pianura padana, tradizionalmente considerata l’epicentro dello smog italiano, non è più l’unica a detenere il primato negativo. Frosinone, capoluogo ciociaro, si distingue per il secondo anno consecutivo come la città con la qualità dell’aria più critica, seguita da Milano, Verona e Vicenza.

Il report, presentato in concomitanza con la campagna itinerante Città2030, evidenzia come la situazione sia particolarmente grave in Emilia-Romagna, dove cinque città su nove hanno superato i limiti di Pm10. Modena, con 52 sforamenti, è la peggiore della regione, seguita da Piacenza e Rimini a 40, Ferrara a 38 e Ravenna a 37. Sebbene nessuna città abbia superato la media annuale di 40 µg/mc di Pm10, fissata dalla normativa attuale, il quadro cambia radicalmente considerando i nuovi parametri europei che entreranno in vigore nel 2030, con un limite di 20 µg/mc. In questo scenario, solo Forlì rispetterebbe i futuri standard.

La questione dello smog in Italia rimane un’emergenza strutturale, che richiede interventi urgenti e coordinati. Le fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e il traffico, continuano a essere fuori controllo, mentre le politiche di riduzione delle emissioni stentano a produrre effetti significativi. Il caso di Frosinone, così come quello di Milano, dimostra che il problema non è confinato alle sole aree metropolitane o alla pianura padana, ma si estende a macchia d’olio in tutto il Paese.

Intanto, Strasburgo ha sollevato critiche nei confronti dell’Italia, evidenziando come nella cosiddetta “Terra dei fuochi” sia stato violato il diritto alla vita a causa dell’inquinamento ambientale. Una condanna che, sebbene non direttamente legata ai dati di Legambiente, sottolinea l’urgenza di affrontare il tema con maggiore determinazione.