La verità che resta e che non si trova in tribunale

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il manifesto INTERNO

La verità è un concetto scivoloso. Non sempre conta cosa sia davvero, più spesso è importante capire chi la rivendica. Sugli anni del terrorismo e della lotta armata, nonostante i decenni inesorabilmente passati, il dibattito storiografico avviene per lo più all’interno delle aule di tribunale, dove la ricerca della verità è subordinata alla prospettiva di una condanna. Lauro Azzolini, 81 anni, martedì davanti alla Corte d’assise di Alessandria, ha ammesso di essere lui il brigatista rosso fuggitivo dalla Cascina Spiotta il 5 giugno del 1975. (il manifesto)

La notizia riportata su altri media

Nel discorso reso in aula martedì 11 marzo in Corte d’Assise ad Alessandria, resta degno di attenzione supplementare un passaggio di Lauro Azzolini, anni 81, originario degli Appennini di Reggio Emilia, ex ergastolano da tempo in semilibertà e messo a lavorare in una cooperativa della Compagnia delle opere che assiste i disabili, fra i capi delle Brigate Rosse: «Sono l’unico che ha visto quello che quel giorno è davvero successo». (Corriere Milano)

Sociologa? Docente universitaria? Editorialista di un grande giornale? O insegnante di chitarra classica, la passione incoraggiata dalla famiglia, borghesi di Trento? E invece a trent’anni finisce la sua corsa terrena sotto il lenzuolo bianco di Cascina Spiotta, a otto chilometri da Acqui Ter… (la Repubblica)

C’è stata infatti una cosa forse peggiore dei morti di cui i brigatisti hanno disseminato l’Italia, ed è stato il tentativo da parte di molti di loro di imporre ex post una lettura giustificazionista delle loro gesta. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Mara gridava ‘Non sparate’” «

Si è deciso a parlare, Lauro Azzolini, a mezzo secolo dal sequestro di Vittorio Vallarino Gancia durato meno di un giorno, tra 4 e 5 giugno ’75, finito nel bagno di sangue che costò la vita all'appuntato pennese dei carabinieri Giovanni D'Alfonso, 45 anni, papà di tre figli piccoli, e a Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio e cofondatrice delle Brigate Rosse. (ilmessaggero.it)

«C’ero io quel giorno di cinquant’anni fa alla Spiotta. Nell’aula della Corte di assise di Alessandria cala un silenzio di gelo. (La Repubblica)

“L’ultima immagine che ho di Mara Cagol e che non dimenticherò mai – ha detto Azzolini – è di lei con entrambe le braccia alzate, disarmata, che urlava di non sparare“. (Osservatorio Repressione)