Giorgianni, il giudice no vax, lascia la toga (ma dal gennaio del 2022)

La Sicilia INTERNO

«Non potevo restare magistrato - aveva aggiunto - perché voglio poter parlare liberamente contro questa parte anche dello Stato che ci vuole imporre le proprie idee

Ma la richiesta di collocamento a riposo che ha presentato al Csm - a quanto riferiscono fonti di Palazzo dei marescialli - decorre da gennaio del 2022.

Le verità nascoste del Covid 19», con la prefazione del magistrato Nicola Gratteri, ma contesta la definizione di «no vax». (La Sicilia)

Ne parlano anche altre fonti

Le verità nascoste del Covid 19”, con la prefazione del magistrato Nicola Gratteri, ma contesta la definizione di “no vax”. “Da magistrato – aveva annunciato – sono venuto ad onorare il popolo sovrano, e io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga”. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Il primo presidente di Corte d’Appello Michele Galluccio sta valutando se ci sono gli estremi per eventuali provvedimenti, mentre l’Anm locale, dopo la nota ufficiale, spiega per bocca della presidente Laura Romeo i perché della dura condanna. (Tempo Stretto)

E intanto critiche aperte arrivano dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, per il quale è stato superato il limite consentito a chi indossa la toga. E’ bufera sul giudice Angelo Giorgianni, consigliere alla Corte d’appello di Messina, che sabato scorso ha arringato i no vax a Roma. (Imola Oggi)

Giorgianni aveva spiegato di aver rassegnato le “dimissioni dalla magistratura, tre anni prima del previsto, perché mi posso permettere il lusso di farlo e non voglio essere condizionato in questo momento, ma voglio essere libero di poter esprimere liberamente le mie opinioni“. (Il Fatto Quotidiano)

Prima il caso finisce al Csm, poi la ministra della Giustizia Marta Cartabia incarica i suoi ispettori di procedere a accertamenti urgenti . Le verità nascoste del Covid 19», ma non vuole essere etichettato come no vax- non convince affatto l'Anm (La Sicilia)

Prima il caso finisce al Csm, poi il ministro della Giustizia Marta Cartabia incarica i suoi ispettori di procedere a accertamenti urgenti. Era quindi seguito quello che sembrava l’annuncio di dimissioni immediate dall’ordine giudiziario: «A coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile, rispondo che scelgo il popolo sovrano e lascio la toga». (Giornale di Sicilia)