“Bella Ciao” dopo l’inno nazionale, Morgan: “Sbagliato imporre una canzone”

La Stampa INTERNO

Una canzone non può e non deve sottomettersi all’inganno di un’imposizione, qualunque sia l’argomento che affronta e qualunque sia il messaggio che contiene, qualunque sia la sua paternità e la sua estrazione storica e sociale e politica, poiché il concetto stesso di canzone è connesso al divincolarsi da ogni imposizione, è uno strumento della libertà di spirito

Sbagliato associare le parole «imporre», «per legge», «istituzionale», «nazionale» e altri vocaboli che alludono a coercizione, alla natura libertaria della canzone e di ogni altra forma d’arte, e di espressione del sentimento umano. (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

La canzone popolare 'Bella ciao' è da sempre associata al periodo della Resistenza e alla festa della Liberazione del 25 aprile. La Repubblica riconosce la canzone 'Bella ciao' quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo. (Tiscali.it)

Un canto dal significato storico che è stato condiviso nel tempo, ma che non compare nei documenti ufficiali. La prima apparizione è nel 1953, sulla rivista "La Lapa" di Alberto Mario Cirese, per poi essere inserita, proprio il 25 aprile del 1957, in una breve raccolta di canti partigiani pubblicati dal quotidiano "L'Unità" (Sky Tg24 )

Non vi chiedo che un gesto di generosità, cos'altro posso fare per voi oltre a umiliarmi e annichilirmi, ditelo e lo farò, ma lasciatemi questa musichetta, questa piccola, romantica, dolcissima canzone (la Repubblica)

Chiarissimo, graficamente, il riferimento alla serie tv Netflix di enorme successo “La casa di Carta”. Il testo di legge è di poche righe e parte dal presupposto che Bella Ciao sia “un’espressione popolare” che rappresenti “valori fondanti” della Repubblica. (ComoZero)

Ne parla con l’Adnkronos il vignettista Vauro Senesi che afferma: “Se c’è una storia di cui l’Italia può andare orgogliosa è quella della Resistenza che ha fatto nascere la Repubblica. (Cremonaoggi)

Lo scorso anno ci avevano provato Piero Fassino e altri del Pd ad imporre Bella ciao nelle scuole. Giorgio Bocca aveva giustamente dichiarato: «Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un'invenzione del Festival di Spoleto» ben dopo la guerra. (ilGiornale.it)