Caso Almasri, il ministro Carlo Nordio: grossolane contraddizioni nel mandato di arresto

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Milano Finanza INTERNO

La Corte ha rivisto le tempistiche dei reati contestati pochi giorni dopo il rimpatrio del libico, ha notato il guardasigilli durante l’informativa alla Camera. Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ribadisce che l’espulsione è stata dettata da motivi di ordine pubblico e sicurezza (Milano Finanza)

Se ne è parlato anche su altre testate

L'ex politico di sinistra ha denunciato il premier Giorgia Meloni e altri tre esponenti del suo governo (Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano) in relazione alla scarcerazione e al rimpatrio di Osama Almasri, funzionario libico sul quale pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini di guerra, omicidi e torture. (il Giornale)

"Meloni ha subito certamente il ricatto di questa banda di assassini ma quei torturatori sono gli stessi con cui hanno fatto accordi i precedenti governi". (Il Fatto Quotidiano)

Non ci sarà la premier Giorgia Meloni. Oggi è la giornata di Almasri e dell'assalto delle opposizioni al governo. (Liberoquotidiano.it)

Piantedosi: " Almasri mai nostro interlocutore sui migranti. Nessun ricatto al Governo"

Non c’è, come da programma, Giorgia Meloni. Si è tenuta questa mattina l’informativa dei ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, sul caso Almasri, alla Camera. Nel pomeriggio l’informativa al Senato, iniziata alle 15.30. (LAPRESSE)

"Il dossier del 2024 su Almasri: responsabile di 'sequestri, torture e negazione dei diritti', milizie libiche responsabili del traffico di esseri umani. Questo per dire che volendo si sapeva chi era". (Liberoquotidiano.it)

“Osama Njeem Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio. Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni”. (Il Sole 24 ORE)