Domenica delle Palme, tra riti e riflessioni: il cammino verso la Pasqua





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La Domenica delle Palme, che quest’anno ha segnato l’inizio della Settimana Santa, è stata celebrata in tutta Italia con riti e momenti di raccoglimento, mentre le parole dei vescovi hanno riportato l’attenzione sul significato profondo di un periodo che culminerà con la Pasqua. «Un grande portale», come l’ha definita la curia spoletina, attraverso cui i fedeli si preparano a rivivere il mistero pasquale di Cristo, dalla Passione alla Resurrezione.
A Spoleto, una nota diocesana ha sottolineato come la giornata commemorasse non solo l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, ma anche l’avvio del suo sacrificio, «quello definitivo, che attraverso l’umiliazione della croce ha ottenuto la salvezza». Un concetto ripreso dal vescovo Giampio Devasini nella sua omelia a Chiavari, dove ha parlato di un’«eco dolorosa» della Parola, capace di investire i credenti all’inizio di questa settimana cruciale.
A Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari, centinaia di persone si sono radunate nella piazza antistante la chiesa parrocchiale, dove don Giuseppe Orrù ha benedetto palme e ramoscelli d’ulivo, simboli di pace e rinascita. Tra i presenti, molti giovani e famiglie con bambini, segno di una tradizione che resiste nonostante i mutamenti sociali. Analoghe celebrazioni si sono svolte a Lamezia Terme, dove il vescovo Serafino Parisi ha invitato i fedeli a riflettere sulla fragilità umana, ricordando che «una luce dentro la notte c’è anche per noi», proprio come dimostrò Cristo affrontando la Passione.
Le parole di Parisi hanno toccato un tema ricorrente nelle omelie di questi giorni: l’idea che il dolore, se vissuto con fede, possa trasformarsi in speranza. Un messaggio che, al di là del contesto religioso, sembra risuonare in un’epoca segnata da incertezze e prove collettive. Senza indulgenza in facili ottimismi, ma con la consapevolezza che, come ha ricordato monsignor Boccardo, «il giudizio è la penultima parola, l’ultima è il perdono».