Taiwan dentro, Pechino no

RSI.ch Informazione ESTERI

L'amministrazione Biden ha più volte accusato Pechino di violare i diritti umani in Tibet, ad Hong Kong e nella regione dello Xinjang.

È un'ulteriore conferma del confronto in atto su più campi fra gli Stati Uniti e la Repubblica popolare.

Il vertice, incentrato sulla difesa dei diritti umani violati dall'autoritarismo, vedrà la partecipazione di quasi 110 Paesi.

Taipei, intanto, ringrazia: "Attraverso questo vertice, Taiwan può condividere la sua storia di successo democratico", ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del presidente taiwanese Xavier Chang

Taiwan invitata, Pechino no. (RSI.ch Informazione)

La notizia riportata su altri giornali

Ok, nessuno, tra questi Paesi, si potrebbe mai onestamente definire un “faro” della democrazia nel Mondo, quindi, come si direbbe oggi, la decisione “ci sta”. Taiwan non ha altro status nel diritto internazionale se non quello di essere parte integrante della Cina. (L'HuffPost)

Ma anche Polonia sì e Ungheria no; Brasile sì, Nicaragua no; Iraq sì, Turchia, Egitto, Arabia, Giordania, Emirati e Qatar no. aiwan sì, Cina no. (La Repubblica)

Ridotta la rappresentanza del Medio Oriente, limitata a Israele e Iraq L'Ungheria l'unico escluso tra quelli dell'Ue. di Redazione Online. C'è Taiwan ma non la Cina tra i 110 Paesi invitati dalla Casa Bianca al summit virtuale sulla democrazia, fortemente voluto dal presidente Usa Joe Biden. (TG La7)

Il portavoce dell'ufficio per gli Affari con Taiwan, Zhu Fenglian, definisce la decisione «un errore» e spiega che Pechino si oppone «a ogni iterazione ufficiale tra gli Stati Uniti e la regione cinese di Taiwan». (il Giornale)

- Come gli USA hanno preparato e finanziato il colpo di stato dell'estrema destra razzista contro Evo Morales in Bolivia. - Come l'embargo occidentale inflitto in Venezuela ha fatto morire migliaia di bambini privati di farmaci vitali e costosi. (L'AntiDiplomatico)

«Taiwan non ha alcun altro status se non quello di parte integrante della Cina», ha ribadito il portavoce Zhao Lijian. Manca la Cina, ma Joe Biden ha chiamato Taiwan, dando a Pechino un nuovo motivo per meditare sulla «Ambiguità strategica» degli Stati Uniti (Corriere della Sera)