Muore a 76 anni mentre scarica biancheria in un hotel, era al suo primo giorno di lavoro
Articolo Precedente
Articolo Successivo
(Adnkronos) – Tragedia sul lavoro a Montecatini Terme (Pistoia). Un uomo di 76 anni, residente a Livorno, dipendente di una ditta di trasporti livornese che opera nel settore delle lavanderie industriali, questa mattina è morto mentre scaricava della biancheria in un hotel del centro. L’uomo, di professione autista, da quanto è emerso, era al suo primo giorno di prova della stagione con la ditta livornese. (Cremonaoggi)
Su altri giornali
Morire sul lavoro a 76 anni, durante il primo giorno di un contratto da un mese. (Il Fatto Quotidiano)
E a 76 anni, quando poteva, faceva lavoretti saltuari. A volte pensioni non sono sufficienti per vivere. (la Repubblica)
Ma chi vogliono prendere in giro? Ma dove sono i controlli in questo paese trasformato in Repubblica da barzelletta dove ti dicono di tenere scorte di alimenti per almeno 3 giorni, utili in caso di guerra e però non esistono i controlli su una guerra che produce da 100 anni 3 morti tutti i giorni festivi compresi? Ma questi stanno scherzando sul sangue e sulla vita di lavoratori e lavoratrici che ormai – esattamente come in altri paesi a capitalismo avanzato, vedi U. (Rifondazione Comunista |)
“Aveva 76 anni, veniva da Livorno e lavorava per una ditta elbana che affitta biancheria agli alberghi e ristoranti di mezza Toscana. E’ morto mentre scaricava biancheria: è morto sul lavoro. PISTOIA – Sulla morte dell’uomo di 76 anni, deceduto “al primo giorno di lavoro” mentre scaricava biancheria in un albergo di Montecatini, interviene Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. (Reportpistoia)
Così è morto Massimo Mirabelli. «Mio padre ha sempre lavorato nel settore trasporti. (Il Messaggero)
Claudio Curreli, pubblico ministero di turno, ha disposto l’autopsia per Massimo Mirabelli, il pensionato di 76 anni deceduto giovedì mattina per un malore mentre stava effettuando una consegna di biancheria all’albergo Ercolini & Savi. (La Nazione)