La Consulta dà ragione al governo: abrogare l’abuso d’ufficio è costituzionale

Articolo Precedente
Articolo Successivo
La Corte costituzionale si è espressa sulla legge Nordio che ha abrogato il reato di abuso d’ufficio e la ha dichiarata costituzionale. La sentenza con le motivazioni verrà depositata nelle prossime settimane ma – fa sapere una nota stampa della Consulta – i giudici costituzionali hanno esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici tribunali e dalla Corte di cassazione, chiedendo se l’abrogazione del reato non fosse in contrasto con gli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (la convenzione di Merida). (Domani)
Se ne è parlato anche su altre testate
La Consulta ha dichiarato ammissibili solo le questioni che facevano riferimento agli obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, nota come Convenzione di Merida (Il Dubbio)
Morcella assiste una delle tante vittime di soprusi lasciate senza tutela dalla riforma del ministro della Giustizia: un capogruppo di opposizione di un piccolo comune in provincia di Avellino, fatto decadere dalla carica – con un atto secondo l’accusa illegittimo – dal segretario comunale, che lui stesso aveva denunciato per illeciti edilizi. (Il Fatto Quotidiano)
Si è svolta ieri a Palazzo della Consulta l’udienza pubblica sulla soppressione del abuso d’ufficio, questione sottoposta all’esame della Corte (relatore Francesco Viganò) da 13 ordinanze della magistratura di merito e da una della Cassazione. (Il Sole 24 ORE)

ROMA (ITALPRESS) – La Corte Costituzionale ha esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024. (La Nuova Sardegna)
Non è incostituzionale l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. È quanto deciso dalla Corte costituzionale. (la Repubblica)
«La Corte non può riesumare reati abrogati né creare nuove incriminazioni». Il legale rappresenta Antonella Duchini, ex procuratore aggiunto di Perugia, imputata in un processo che si è fermato proprio per effetto della norma soppressa. (Il Messaggero)