Narcotraffico e armi, maxi blitz anticamorra: 20 misure cautelari

NapoliToday INTERNO

Seguiranno ulteriori aggiornamenti

I 20 indagati sarebbero persone "gravemente indiziate" di associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, aggravata dal carattere transnazionale, e detenzione illegale di armi da fuoco.

L'operazione è partita dalle prime ore di oggi.

Venti persone: sono tante quelle raggiunte, stamattina a Napoli, da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla polizia di Stato con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia. (NapoliToday)

Ne parlano anche altri media

Gli arresti sono scattati dopo una lunga indagine iniziata nel giugno del 2017 a seguito del sequestro di 25 chili di cocaina nascosti in un carico di caffè importato dal Brasile e giunto nel porto di Napoli all’interno di un container. (il Giornale)

Si Precisa che a Napoli con i 15 arresti, le persone traghettavano dai paesi della droga. La droga arrivava in forme di approvvigionamento come caffè, dal Perú, Brasile e Spagna fino al porto di Napoli. (Nano TV)

Spacciavano hashish, marijuana, cocaina e la cosiddetta “purple drank“, ovvero un mix formato da sciroppo per la tosse a base di codeina e di una bibita gassata (spesso accompagnate da una buona dose di alcol), quest’ultima da qualche anno diventata nuova frontiera dello sballo tra i giovanissimi. (Ultime notizie dall'Italia e dal mondo)

Allo scopo di eludere i controlli doganali gli indumenti venivano intrisi di cocaina allo stato liquido in laboratori allestiti in Perù. COCAINA NASCOSTA NEL CAFFE’. Il provvedimento restrittivo adottato dopo una complessa attività di indagine avviata nel giugno del 2017 a seguito del sequestro di 25 kg di cocaina. (Internapoli)

Delitti commessi in danno di altrettante giovani vittime, tra le quali anche alcuni minorenni. (LaPresse)

È documentato come il sodalizio in questione avesse nella sua disponibilità armi da fuoco. Gli indumenti erano infatti stati intrisi di cocaina allo stato liquido in laboratori allestiti in Perù e, una volta in Italia, venivano appositamente trattati con particolari procedimenti che consentivano di ottenere nuovamente la cocaina in polvere, pronta per essere immessa sul mercato. (Tuscia Web)