Arrestato un magistrato della Corte d'Appello di Catanzaro per corruzione in atti giudiziari

Il Meridio INTERNO

Durante la perquisizione nell’abitazione del magistrato è stata rinvenuta e sequestrata la somma contante di 7.000 euro custodita all’interno di una busta.

Le indagini, avviate nell’anno 2018 e interamente coordinate e dirette dalla Dda, hanno permesso di ricostruire una sistematica attività corruttiva nei confronti di un presidente di Sezione della Corte d’Appello di Catanzaro nonché presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo di Regione. (Il Meridio)

Ne parlano anche altre fonti

Cosa è successo. La Guardia di Finanza ha tratto agli arresti questa mattina, in coordinamento con la DDA di Salerno, un magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro nonché due avvocati. Stando alla Dda, ”è stata accertata la grave situazione di sofferenza finanziaria in cui versava il magistrato arrestato”. (Italia Sera)

Denaro, gioielli e sesso in cambio di favori nei processi , sono queste le accuse mosse nei confronti del magistrato. Tra gli arrestati anche due avvocati: uno del foro di Catanzaro e un avvocato di Locri. (CORRIERE DEL GIORNO)

Tutti sono indagati per corruzione in atti giudiziari ma, per alcuni degli arrestati, è stata contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. Inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno. (BlogSicilia.it)

In totale sono 8 i destinatari dei provvedimenti: sette in custodia cautelare in carcere e uno ai domiciliari. Marco Petrini è stato tratto in arresto per corruzione in atti giudiziari, nell’inchiesta sono coinvolti anche due avvocati. (V-news.it)

In carcere anche un avvocato di Catanzaro e ai domiciliari un avvocato di Locri. Importante operazione del Personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone, del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle: in manette il giudice Marco Petrini. (http://www.calabriaeconomia.it/)

Secondo quanto emerso dalle indagini, al magistrato - presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro nonché presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo - venivano elargiti soldi contanti, preziosi, ma anche prestazioni sessuali in cambio del suo intervento "per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie sentenze o comunque provvedimenti favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttivo". (Blogosfere)