L'asse destra-sinistra che lega le braccia a chi si difende dall'invasione di Putin. Slava Ukraïni

L'asse destra-sinistra che lega le braccia a chi si difende dall'invasione di Putin. Slava Ukraïni
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L'HuffPost ESTERI

Ho notato che nella sinistra italiana ha mosso pochissima indignazione (anzi, per niente) la posizione del governo italiano in Europa contraria all’uso delle armi in dotazione all’Ucraina in territorio russo. In altre circostanze si sarebbe gridato alla deriva orbaniana, all’isolamento italiano, alla deriva sovranista eccetera eccetera. Stavolta no, stavolta si tace. E si tace perché si acconsente, anzi un po’ si dissente, perché i distinguo del governo di centrodestra sono sin troppi timidi. (L'HuffPost)

Su altri media

"Accogliere russi e bielorussi mette a rischio la sicurezza dell’Unione europea", dice la commissaria Ylva Johansson intervenendo in Commissione libertà e diritti dell’Europarlamento sull’ultimo casus belli con Viktor Orbán: la scelta del governo ungherese di facilitare i visti per i cittadini russi e bielorussi, proprio nel momento in cui tutti gli altri Stati dell’Unione fanno il contrario in conseguenza all’invasione dell’Ucraina due anni fa. (L'HuffPost)

Quella che manca, tanto a destra che a sinistra, sulla guerra in Ucraina, sulla deriva rossobruna che cresce in Europa, sulle mire reali di Vladimir Putin, è una discussione a viso aperto. (La Stampa)

Nella sua rubrica, «Palomar», Antonio Polito commenta le aderenze tra Giorgia Meloni e Viktor Orban sull’Ucraina: «Proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se il governo Meloni avesse contraddetto i vertici dell'Unione europea e si fosse schierato con Orban su una questione come l'ambiente, l'aborto, i diritti dei transgender o l'omofobia – nota Polito - L'opposizione avrebbe fatto a pezzi il governo e la polemica avrebbe tenuto banco per settimane». (Corriere TV)

Fonti Ecr, 'editoriale contro Orban pubblicato per errore'

C’era una volta, solo pochi mesi fa, prima delle elezioni europee di giugno, una love story politica tra i tre punti di riferimento del panorama sovranista in Europa: i due pesi massimi del partito dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr), Giorgia Meloni e l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, e Viktor Orbán, il cui partito nazionale, Fidesz, era stato cacciato dai popolari e sembrava essere sul punto di trovare casa proprio tra le braccia dei due alleati. (EuNews)

Per la futura Manovra finanziaria servono eccessive risorse economiche, in particolare tra i 25 e i 27 miliardi di euro. Il Governo, dunque, sta pensando a un modo efficace per reperire i soldi, senza dover rinunciare a fondamentali sussidi per le famiglie. (InformazioneOggi.it)

Lo spiegano all'ANSA font di Ecr, la compagine europea presieduta da Giorgia Meloni. (Alto Adige)