Che cos'è una CDN, e perché ha mandato offline una migliaia di siti ieri mattina

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Le CDN sono necessarie per sostenere il Web come lo conosciamo oggi, ma ci sono delle sfide e delle difficoltà da superare

Uno dei precedenti più famosi per vastità è quello di luglio 2019 che ha interessato la CDN americana Cloudflare.

Tutto è stato causato da un crash di Fastly, una CDN americana fondata nel 2011.

Ieri mattina, grosso modo tra le 12 e le 13 italiane, moltissimi siti internet in tutto il mondo non sono stati raggiungibili, in toto o a singhiozzo. (HDblog)

Su altre fonti

Successivamente, alle 19.25 italiane, sono incominciate le operazioni per eliminare il bug che ha provocato tutto. Non sono stati gli hacker, non è stato Anonymous, non è stato l'ex presidente Trump, che pure di molti dei siti colpiti non era amico: si sa che cos'è che l'altro giorno ha buttato giù mezza Internet, ma non si sa chi ha mossa la manina. (La Repubblica)

All'estero, divenuti irraggiungibili i portali di Amazon, New York Times, Bbc, Guardian, El Mundo, Financial Times, The Verge, Le Monde ma anche di istituzioni pubbliche, come il governo britannico Inaccessibili da questa mattina i siti del New York Times, Guardian, Financial Times, the Spectator, e Cnn. (RTL 102.5)

I più grandi siti web al mondo, ieri mattina, hanno smesso di funzionare nello stesso momento, causando il panico tra gestori e utenti. Tra i clienti dell'azienda statunitense ci sono proprio le più ricche multinazionali e gli enti istituzionali delle grandi potenze mondiali (Leggo.it)

ITÀ. HACKER - Inaccessibili siti di diversi media internazionali, poi riprendono a funzionare. Stanno ripartendo tutti i siti web bloccati stamattina temporaneamente a livello globale a causa di quello che appare essere stato un incidente tecnico che ha colpito Fastly, cloud computing provider americano ad ampia diffusione il cui compito è rendere più veloci i tempi necessari a scaricare i contenuti dei siti. (Napoli Magazine)

Nessun attacco informatico, a differenza di quanto accaduto nel 2016, quando all’origine del parziale blackout di Internet c’era stata un’operazione DDoS rivolta all’Internet provider Dyn. Si è trattato, invece, dell’effetto di un errore nei servizi di configurazione di Fastly, società di San Francisco che è uno tra i principali gestori mondiali di reti Content Delivery Network (ictBusiness)

Queste compagnie gestiscono reti globali di server per ottimizzare la performance e l’accessibilità dei servizi web. Oltre a Fastly, tra i fornitori di Cdn più utilizzati figurano Amazon Web Services, Cloudflare, CloudFront e Akamai (L'agone)