Harvard rispedisce al mittente la lettera della segretaria all'Istruzione di Trump, piena di errori





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Non è passata inosservata la risposta dell’università di Harvard alla lettera inviata da Linda McMahon, segretaria all’Istruzione durante l’amministrazione Trump, in cui si annunciava il congelamento di 2,2 miliardi di dollari di fondi destinati all’ateneo. Il testo, che accusava l’istituzione di non aver contrastato adeguatamente l’antisemitismo tra gli studenti e di aver "ridicolizzato l’istruzione universitaria americana", è stato rimandato indietro con una serie di correzioni in rosso, evidenziando errori grammaticali e di sintassi.
Sebbene diverse testate abbiano riportato la notizia attribuendo direttamente a Harvard la revisione del documento, in realtà non è stata l’università a intervenire sul testo. La lettera, però, con le sue imperfezioni linguistiche, è diventata rapidamente virale, trasformando quella che doveva essere una presa di posizione politica in un caso imbarazzante per l’amministrazione Trump.
McMahon, già nota per il suo passato nel wrestling professionistico prima di entrare in politica, aveva indirizzato la missiva al presidente di Harvard, Alan Garber, sostenendo che l’ateneo avesse fallito nel garantire un ambiente sicuro per gli studenti ebrei. Le correzioni apposte sul documento, tuttavia, hanno finito per attirare l’attenzione più sugli strafalcioni contenuti nel testo che sulle accuse in sé.
Tra gli errori più evidenti, spiccano concordanze verbali sbagliate, punteggiatura approssimativa e costruzioni sintattiche poco chiare, elementi che hanno sollevato non poche critiche sull’accuratezza formale di un atto ufficiale del Dipartimento dell’Istruzione. Se da un lato la questione dell’antisemitismo nelle università americane resta un tema delicato e dibattuto, dall’altro l’episodio ha riacceso il dibattito sull’importanza della precisione linguistica nei documenti istituzionali, soprattutto quando provengono da chi dovrebbe rappresentare l’eccellenza educativa del Paese.