Papa a Budapest: «L'antisemitismo è una miccia che va spenta»

Frontiera ESTERI

È il momento culminante delle sette ore passate da Papa Francesco a Budapest, prima tappa del suo 34° viaggio apostolico che al termine della messa lo ha portato in Slovacchia.

“Gesù ci scuote, non si accontenta delle dichiarazioni di fede, ci chiede di purificare la nostra religiosità davanti alla sua croce, davanti all’Eucaristia”.

”Ci fa bene stare in adorazione davanti all’Eucaristia per contemplare la fragilità di Dio”, il consiglio finale: “Dedichiamo tempo all’adorazione

“Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove”, l’esempio scelto dal Papa: “È una miccia che va spenta. (Frontiera)

La notizia riportata su altre testate

Oggi papa Francesco è nel cuore dell’Europa - e del nazionalismo - per incoraggiare alla solidarietà in tempi di crisi internazionali e questioni migratorie. Così Papa Francesco nel suo discorso all'incontro ecumenico nel salone della Nunziatura apostolica di Bratislava. (La Stampa)

Alla fine della Messa, le parole pronunciate dal Santo Padre in ungherese per ringraziare le autorità civili, religiosi hanno riscaldato il cuore di tutti. Penso che le parole pronunciate dal Santo Padre alla fine della Messa in ungherese hanno toccato nel profondo tutti. (Servizio Informazione Religiosa)

Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità». E impegnarci a promuove re insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano. (Corriere TV)

“Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove”, l’esempio scelto dal Papa: “È una miccia che va spenta. Non c’è solo l’Ungheria, ma tutta la Chiesa universale intorno al successore di Pietro, nella piazza degli Eroi di Budapest (Toscanaoggi.it)

Condanna antisemitismo e invita a uscire dalla pandemia senza pensare solo a se stessi dal nostro inviato Paolo Rodari. Francesco in Slovacchia scherza sulla sua salute, due mesi dopo il ricovero al Gemelli. (la Repubblica)

L’antagonismo che non c’è. Quella del Papa è stata una visita breve ma intensa. A partire da quel momento, che l’ha azzoppata, l’internazionale dei protettori dei confini nazionali e dei custodi del legato giudeo-cristiano si è stretta attorno all’Ungheria di Viktor Orban. (InsideOver)