Pio e Amedeo, il monologo di Stefano Rapone: “Ecco come sconfiggerebbero il razzismo” (video)

Rapone immagina Pio e Amedeo come i protagonisti di un reality show nella tratta SenegalLampedusa, ovvero quella dei migranti che attraversano il Mediterraneo.

Il motivo naturalmente risiede nel marasma di polemiche nel quale si sono ritrovati Pio e Amedeo dopo il loro pezzo sul politicamente corretto di venerdì scorso a Felicissima sera.

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Il pezzo è uno dei migliori monologhi di Stefano Rapone, che si caratterizza per la capacità di rimanere impassibile ad ogni battuta (anche se nel finale qualche segnale di cedimento si avverte). (Tvblog)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Così scrive in un post su Facebook la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, in merito al monologo dei due comici nel programma ‘Felicissima Sera’. Non so se il termine ironia sia il più corretto, la mia idea è che si possa ridere su tutto, ma con il limite del buon senso e della coscienza del valore delle parole». (leggo.it)

Contrasti evidenti, lampanti, dei quali Pio e Amedeo non hanno alcuna responsabilità Ed è qui che scatta il secondo tempo della storia, con Pio e Amedeo finiti, imprevedibilmente, in una sorta di dualismo ideologico: Fedez uguale sinistra, Pio e Amedeo uguale destra. (Tvblog)

Come nel mondo anglosassone, anche in Italia non si può più dire nulla che i crociati del politicamente corretto si rivoltano e invocano la censura contro chi non si adegua. Ma tollera bene l'odio contro due comici che ora non hanno nemmeno più il diritto di fare satira e ironia (ilGiornale.it)

È stato uno scontro tra poteri: quello del “piccolo mondo antico” della televisione, quello privo di credibilità e corrotto del mondo politico e il moderno metodo social che Fedez cavalca trionfalmente. (Pickline)

Una sorte toccata anche a Michele Bravi, che ha approfittato del palco del Concertone del Primo maggio per rispondere al duo comico Pio e Amedeo. La corale degli artisti quest'anno non c'è stata, offuscata dall'ego del singolo e così le parole spese dagli altri artisti nei loro monologhi sono state quasi ignorate. (ilGiornale.it)

“Fare distinzione tra l’eccesso di ‘politicamente corretto’ (che infastidisce anche me) e l’uso di parole che hanno assunto connotazioni prettamente spregiative e discriminatorie è d’obbligo. Lo si fa ignorando che chi fa parte delle categorie in questione ha espresso chiaramente di non volerle sentire (Gossip News)