Papa in Slovacchia: messa a Sastin, "restare sotto la croce è la prova della compassione"

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Restare col volto segnato dalle lacrime, ma con la fede di chi sa che nel suo Figlio Dio trasforma il dolore e vince la morte”.

Così il Papa, nella parte finale dell’omelia pronunciata nel santuario di Sastin, in Slovacchia, ha tracciato il ritratto di Maria “madre della compassione”.

(Foto Vatican Media/SIR). “Questa è la prova della compassione: restare sotto la croce.

E Maria Addolorata, sotto la croce, semplicemente rimane. (Servizio Informazione Religiosa)

Ne parlano anche altre fonti

Papa Francesco è arrivato nel Santuario nazionale di Sastin, a 7o chilometri da Bratislava, dove si venera la Madonna dei Dolori, patrona della Slovacchia la cui festa si celera proprio il 15 settembre . (Servizio Informazione Religiosa)

Una liberazione con la forza del Vangelo. Per la Slovacchia, dunque, il santuario è molto importante perché tocca l’identità della nazione Un santuario significativo. Si tratta di un Santuario molto importante per gli slovacchi, aveva sottolineato in un’intervista a Vatican News, don Martin Kramara, portavoce della Conferenza episcopale slovacca. (Cronache TV)

E prega Dio perché conservi sempre nel popolo slovacco “lo stupore e la gratitudine per il dono della fede” “La fede di Maria è una fede che si mette in cammino”. (Frontiera)

Ed ha ribadito che Dio perdona sempre: “Dio perdona sempre… “Dopo ogni Confessione, rimanete qualche istante a ricordare il perdono che avete ricevuto. Per papa Francesco il sogno è segno della vita che si desidera: “Quando sognate l’amore, non credete agli effetti speciali, ma che ognuno di voi è speciale. (korazym.org)

Lo ha spiegato il Papa ai giovani slovacchi, incontrati questo pomeriggio allo stadio Lokomotiva di Kosice, che può contenere fino a 30mila persone. Per fare grande la vita ci vogliono entrambi: amore ed eroismo” (Servizio Informazione Religiosa)

I Rom oggetto di giudizi impietosi. Tante, troppe volte, i Rom sono stati “oggetto di preconcetti e di giudizi impietosi, di stereotipi discriminatori, di parole e gesti diffamatori”, ammette il Pontefice. (Cronache TV)