Batterie, autonomia, costi: tutta la verità sulle auto elettriche
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’auto elettrica è una promessa di futuro “verde” che l’Unione europea vuol vedere realizzata a partire dal 2035. Fino a poco tempo fa non sembrava ci fossero intoppi, ma di recente qualche incertezza è riaffiorata: ci sono partiti politici che chiedono un rinvio, le vendite non decollano al ritmo atteso, le industrie produttrici si preoccupano. Un calo di incentivi pubblici ha provocato il dimezzamento delle vendite di veicoli “green” in Germania, che è il primo mercato continentale, e i sondaggi segnalano che in Italia fra chi ha acquistato auto elettriche la percentuale dei “pentiti” non è trascurabile. (La Stampa)
La notizia riportata su altri giornali
Non poteva mancare nemmeno il tema dell'auto, ed in particolare le sfide che questo settore dovrà affrontare con l'elettrificazione e l'avanzata della concorrenza cinese. Mario Draghi ha presentato il suo atteso rapporto dedicato alla competitività dell’economia europea in cui si parla di innovazione, transizione ecologica ed energetica e Difesa. (HDmotori)
L'industria automobilistica europea, che impiega 13,8 milioni di persone (6,1% dell'occupazione totale nell'UE) e genera un surplus commerciale di 117 miliardi di euro, si trova di fronte a sfide significative. (Tom's Hardware Italia)
Nel settore delle auto, guardando alla transizione verde e al previsto stop ai motori a diesel e a benzina nel 2035, in Ue si è verificato «un grave disallineamento» tra le richieste all'automotive e l'installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. (Il Messaggero - Motori)
Mario Draghi ricompare e invoca un "doppio piano Marshall" che in sostanza ha tra gli obiettivi anche quello di fare la guerra alla Russia. Oltre a questo anche "ricerca e tecnologia oppure l’Ue si consegna ad una lenta agonia". (Il Giornale d'Italia)
L’industria dell’auto europea non è messa esattamente bene. Lo testimoniano due annunci arrivati alla fine della scorsa settimana, rispettivamente, da Volkswagen e Volvo Cars. Cominciamo da quest’ultima. (left)
Appare, in tal senso, condivisibile l’appello rivolto ad un cambiamento radicale perché l’Ue continui ad esistere. È fondamentale impiegare risorse senza precedenti, in tal caso oltre il doppio rispetto al noto piano Marshall, pari al 5% del Pil Ue, per rilanciare l’innovazione, la difesa, le infrastrutture e l’istruzione al fine di colmare il divario con le principali economie globali. (Il Giornale d'Italia)