Guerra nucleare, l'Iss: «Nessun allarme, no ai farmaci fai da te. Raccomandato l'uso di sale iodato»

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Secondo il Piano, «il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l'inizio previsto dell'esposizione.

Il Ministro della Salute può decidere l'attivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate»

Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l'inizio stimato dell'esposizione. (ilmessaggero.it)

Su altre fonti

Il problema, però, è che non sa distinguere: in presenza di iodio radioattivo, lo assorbirà allo stesso modo di quello non radioattivo Le pillole allo iodio a che servono? (Secolo d'Italia)

Al momento la minaccia di una guerra atomica è lontana, ma quali farmaci sarebbe opportuno assumere in caso di radiazioni? Vale lo stesso per il sale iodato (lo ha spiegato, tra gli altri, il Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna) (Virgilio Notizie)

Tuttavia la corsa odierna all’acquisto di pillole allo iodio ha spinto l’Istituto Superiore di Sanità ad emettere una nota sottoscritta anche dalla Associazione Medici Endocrinologi, Società Italiana di Endocrinologia, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica Nel caso un incidente nucleare si verifichi all’estero l’assunzione delle pillole allo iodio, spiega il Bundesamt für Bevölkerungsschutz, dipenderebbe allora dal luogo dell’incidente e dalle condizioni del vento. (Milleunadonna.it)

Dal Lago: "Nessun allarmismo, da prendere solo in caso di emergenza". Va ricordato infatti che il farmaco “non andrebbe utilizzato preventivamente, ma solo nel caso in cui fosse riscontrata radioattività nell'aria”. (il Dolomiti)

Comprare lo iodio e tenerlo a casa in caso di guerra è una sciocchezza. Fare delle scorte di medicinali in caso di guerra è sbagliato, perché danneggia il sistema di distribuzione oltre alle tasche dei cittadini. (Fanpage.it)

«I 30 anni di studi dell'Istituto Ramazzini hanno contribuito a dimostrare i potentissimi effetti cancerogeni delle radiazioni ionizzanti, come quelle derivate dal disastro nucleare di Chernobyl. Si parla di profilassi iodica, quindi, come scudo contro lo iodio radioattivo rilasciato da un attacco nucleare. (ilmessaggero.it)