Le femministe e le donne afghane
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Egregio direttore, a tre anni dal ritorno al potere dei talebani alle donne afghane viene proibito di parlare in pubblico. In Afghanistan è stata approvata una legge che proibisce alle donne di cantare, recitare poesie, parlare in pubblico e le obbliga nuovamente a tenere il viso e il corpo completamente coperti. Il provvedimento rientra nelle nuove normative liberticide varate dai talebani per «combattere il vizio e promuovere la virtù». (Gazzetta di Parma)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In 114 pagine i talebani compendiano nuove e vecchie regole che dovranno normare la vita dei cittadini afghani e preservare la loro virtù, secondo i criteri indicati dal Ministero per la promozione della virtù e la repressione del vizio, creato appositamente per prevenire qualunque forma di cedimento a comportamenti ritenuti amorali. (Giustizia Insieme)
KABUL (AFGHANISTAN) – Il governo talebano ha introdotto il 21 agosto il “Decreto sulla propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”, che vieta alle donne di cantare o parlare in pubblico. Una norma che impone nuove restrizioni ai diritti delle Afghane già ridotti al lume. (Quotidiano di Sicilia)
"Che ora è?" è il titolo di un celebre film diretto da Ettore Scola, interpretato dai giganti del cinema italiano Marcello Mastroianni e Massimo Troisi. Questo titolo, evocato durante i giorni del Festival del Cinema di Venezia, diventa oggi il simbolo di una riflessione urgente: è giunta l'ora di porre fine alle terribili condizioni imposte alle donne in Afghanistan (Tp24)
Sogni normali, all’apparenza, per una ragazza che ha poco più di 20 anni. Hasina (per tutela sua e della sua famiglia useremo solo il nome di battesimo, ndr) ha 25 anni, viene da Kabul e poco più di tre anni fa è riuscita a lasciare lo Stato tornato in mano al regime talebano. (Luce)
E con l'Afghanistan ha fatto l'en plein. La nostra canzone Bella Ciao è diventata indiscutibilmente l'inno per la libertà più celebre del mondo, dopo che perfino le ragazze afghane lo hanno adottato per protestare contro l'ultimo decreto dei talebani (L'HuffPost)
«Bella ciao» come sfogo, inno di liberazione dall’ultima stretta dei Talebani: il divieto alle donne di parlare in pubblico, visto che la loro voce può diventare uno «strumento di vizio». È la protesta che dilaga su X, il vecchio Twitter, con il video di due donne che intonano la canzone partigiana in lingua pasthu. (Il Sole 24 ORE)