Oasis, il ritorno a Cardiff: 70mila fan in delirio e un abbraccio che cancella 16 anni di litigi

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   Era scritto che sarebbe successo, eppure vederli davvero lì, Liam e Noel Gallagher, abbracciati sul palco del Principality Stadium di Cardiff, ha fatto lo stesso effetto di un sasso lanciato nello stagno. Sedici anni di silenzi, accuse reciproche, battute al veleno e poi, all’improvviso, la pace. O meglio, una tregua armata, sufficiente però a riempire di voci e chitarre distorte uno stadio che non conteneva più la propria euforia.

Gli Oasis, che nell’ultimo decennio e mezzo sembravano ormai relegati alle nostalgie da pub e alle playlist degli irriducibili, hanno scelto il 4 luglio 2025 per tornare. Senza nuovi album, senza pretese di rinnovamento, ma con la stessa arroganza che li aveva resi icone negli anni ’90. E se la scaletta è stata una marcia trionfale attraverso i loro successi – da Live Forever a Wonderwall, passando per Champagne Supernova –, il momento più simbolico è arrivato con Acquiesce, brano in cui Noel canta "We need each other". Una dichiarazione d’intenti più che un semplice ritornello, considerando che tra i due fratelli, fino a pochi mesi fa, volavano non solo parole ma anche vasi da fiori.

Quella degli Oasis non è stata solo una reunion, ma la rievocazione di un’epoca in cui il rock, almeno nelle intenzioni, sembrava ancora in grado di cambiare le cose. Negli anni ’90, quando la rivalità con i Blur infiammava i tabloid, Liam e Noel incarnavano lo spirito di una generazione che alzava il dito medio ai potenti e sognava di "rendere il pianeta un posto abitabile", magari tra una rissa e una pinta di birra versata in testa. Oggi, con Trump di nuovo alla Casa Bianca e il mondo più diviso che mai, quel gesto ha un sapore diverso. Meno rivoluzionario, forse, ma ancora capace di emozionare chi, ieri come oggi, vede nella musica un rifugio.

Lo spettacolo è stato un susseguirsi di momenti iconici: l’ingresso al suono di Hello, l’immagine di Diogo Jota – calciatore del Liverpool e noto fan della band – proiettata sullo schermo durante Live Forever, le 74mila voci che hanno cantato Wonderwall in un coro talmente potente da far tremare le tribune. E poi loro, Liam e Noel, che per una sera hanno messo da parte l’orgoglio, dimostrando che, in fondo, "la grande guerra è finita". O almeno così hanno lasciato intendere.