Dopo 20 anni di ricerca, ecco il primo farmaco per l'Alzheimer. C'è l'ok della Fda: in Puglia uno dei centri sperimentali

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Tra i centri sperimentali, quello di Tricase diretto dal Professore Logroscino. “C’è anche un pezzo importante di Puglia che ha contribuito attivamente a questa complessa sperimentazione”.

A questa ricerca ha contribuito in maniera determinante l’equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (FoggiaToday)

La notizia riportata su altri media

Approvazione del Farmaco da parte del FDA - La Fda (Food and Drug Administration) ha approvato per la prima volta in quasi 20 anni un farmaco contro l'Alzheimer. A questa ricerca ha contribuito in maniera determinante l'equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (CoratoViva)

Ad aver contribuito in maniera determinante è stata l’equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (TeleRama News)

Approvato da FDA il primo farmaco efficace contro il morbo di Alzheimer“, ha scritto sul proprio profilo Twitter il Professor Roberto Burioni. Via libera da Fda, dopo 20 anni approvato il primo farmaco contro l’Azheimer. (News Mondo)

Dopo 20 anni approvato il primo farmaco: ecco a chi sarà somministrato. La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Oggi è una giornata storica - commenta su Twitter il virologo Roberto Burioni -. (InfermieristicaMente)

Si tratta del primo trattamento che interessa il decorso e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. Lo stesso test di adacanumab era stato considerato fallito in un primo momento, prima che un approfondimento delle analisi dimostrasse un certo beneficio sulla malattia allo stadio iniziale. (vistanet)

La terapia consisterebbe in un un’iniezione al mese per via endovenosa che contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo di coloro che si trovano allo stadio iniziale della malattia.Ma in termini di cautela la sua approvazione sembrerebbe dividere la comunità scientifica:Come spiega all'Agenzia giornalistica italiana (Agi), direttore del Dipartimento di neuroscienze-neuroriabilitazione dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Ircss) al San Raffaele di Roma, la limitazione del medicinale riguarda la possibilità di utilizzo solo nei pazienti in cui è presente la beta-amiloide, il recettore bersaglio della terapia, pertanto il 30% dei pazienti non risulterebbe adatto a ricevere il farmaco. (Calciomercato.com)