Abedini, il sollievo dell'ingegnere dei droni dopo la liberazione di Cecilia Sala

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INTERNO

Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere iraniano di 38 anni, arrestato lo scorso 16 dicembre all'aeroporto di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti, reagisce con sollievo alla notizia della liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala. Abedini, accusato di aver aggirato l'embargo statunitense su componenti elettronici utilizzati nei sistemi di navigazione dei droni iraniani del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione, si trova attualmente detenuto nel carcere di Opera. La sua preoccupazione principale, ora, è che la pressione su di lui possa diminuire, dato che non si sente più responsabile dei ventuno giorni trascorsi dalla Sala nel carcere di Evin, a Teheran.

Nonostante l'esito positivo del caso di Cecilia Sala, la vicenda di Abedini continua a suscitare tensioni nella diplomazia italiana. Le autorità giudiziarie americane, che lo accusano di aver fornito dispositivi d'arma all'Iran, aggirando le sanzioni statunitensi, ne chiedono l'estradizione. Tuttavia, non è ancora pervenuta alcuna richiesta di rogatoria dagli Stati Uniti alla procura di Milano per ottenere il materiale sequestrato all'uomo, tra cui cellulari, dispositivi elettronici e chiavette USB, che potrebbero rivelarsi utili per carpire i segreti e ricostruire la rete di contatti internazionali del presunto "ingegnere dei droni" di Teheran.

L'avvocato di Abedini, Alfredo De Francesco, riferisce che il suo assistito è soddisfatto per la liberazione della giornalista italiana, ma resta preoccupato per la propria situazione. La vicenda, infatti, non sembra destinata a risolversi rapidamente, e le autorità italiane si trovano a dover gestire una delicata questione diplomatica con gli Stati Uniti.