“Attacco preventivo, un pericoloso precedente”
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Intorno alle 04.30 del 25 luglio scorso, un centinaio di aerei da combattimento israeliani, circa un terzo dell'intera forza della Heyl Ha'Avir (Israel Air Force), ha attaccato il sud del Libano, che rimane ancora agli occhi di tutto il mondo uno Stato sovrano, colpendo una quarantina di obiettivi di Hezbollah, il Partito di Dio, la cui ala politica è membro effettivo del governo di Beirut. Questa massiccia azione, che è stata ufficialmente definita da Tel Aviv un “attacco preventivo”, ha ricevuto l'ammirato plauso di gran parte dei media occidentali, che l'hanno osannata come una magistrale operazione di Intelligence, che avrebbe consentito di vanificare il presunto piano di Hezbollah, di attaccare Israele con lanci di razzi e droni. (TargatoCn.it)
Ne parlano anche altre fonti
L'attacco preventivo di Israele contro Hezbollah, per una fitta schiera di diplomatici e analisti, potrebbe aver evitato, almeno per il momento, lo scoppio di una guerra totale tra le parti. Vera o meno che si riveli questa profezia, certo è che-da un punto di vista militare- l'operazione di Israele ha risposto a un esigenza tecnica: attaccare prima che le raffiche di razzi dal Libano ubriacassero Iron Dome. (il Giornale)
Lo scenario Intendiamoci, tanto per chiarire e specificare: io riporto fatti veri e autentici, quindi cerco e devo essere imparziale e obbiettivo, ma ciò non toglie che questa mia "opera" – necessaria in politica quanto nel giornalismo – è una condizione ardua da avere e mantenere. (LaC news24)
Il fuoco incrociato tra Israele e Libano crea un serio rischio di guerra totale in Medio Oriente, afferma il sottosegretario generale delle Nazioni Unite e coordinatore per le operazioni di pace, Jean-Pierre Lacroix. (Euronews Italiano)
Nel Libano filo-iraniano, una milizia sceltissima di Hezbollah si prepara a sferrare l’attacco al territorio ebraico. È composta da soldati d’élite, super addestrati e con armi modernissime, pronti a imboccare tunnel molto più vasti di quelli visti a Gaza per sbucare alle spalle delle difese nemiche. (Panorama)
Risposta preceduta da quello che Israele ha chiamato «attacco preventivo». Aver aspettato quasi un mese, spiega Nasrallah, è stata la prova che «il nostro obiettivo è la fine dell’aggressione su Gaza e quindi abbiamo dato più di un’opportunità (a una tregua, ndr), ma dopo tutto questo tempo è chiaro che Netanyahu sta inserendo nuove condizioni e che gli americani stanno lavorando al suo fianco. (il manifesto)
Dopo quasi un mese dall’assassinio di colui che è stato descritto come il comandante dello Stato Maggiore di Hezbollah, Sayyid Fouad Shukr (Mohsen), e dopo il continuo scambio di bombardamenti tra Israele e Hezbollah, avvenuto quotidianamente, Hezbollah ha intrapreso un’operazione militare considerata la prima fase della risposta all’assassinio del suo comandante militare. (Contropiano)