Gaza, raid israeliano su ospedale: morto un bambino, l’Oms denuncia l’interruzione delle cure

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Un bambino è morto a Gaza dopo che un attacco aereo israeliano ha colpito l’ospedale al-Ahli, uno dei pochi ancora parzialmente operativi nella Striscia. Lo ha confermato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, citando fonti locali: «Il pronto soccorso, il laboratorio, le macchine radiologiche e la farmacia sono stati distrutti», ha scritto su X, sottolineando come la vittima abbia perso la vita per l’impossibilità di ricevere assistenza.
Le forze armate israeliane (Idf) hanno rivendicato l’operazione, sostenendo che la struttura fosse utilizzata da Hamas come «centro di comando» per organizzare attacchi. «Non c’erano attività mediche in corso», ha affermato il ministero degli Esteri israeliano, aggiungendo che l’obiettivo era esclusivamente militare e che «non sono state colpite vittime civili». Una versione contraddetta dalle immagini che mostrano barelle e feriti trasportati fuori dall’edificio, mentre il personale sanitario cercava di evacuare i pazienti sotto le macerie.
Poche ore prima del raid, l’Idf aveva ordinato l’evacuazione dell’area circostante, un copione già visto a Deir al-Balah, dove i residenti erano stati avvertiti con appena 45 minuti di anticipo prima che un altro edificio venisse raso al suolo. Quella che Israele definisce una «misura precauzionale» si traduce spesso in fughe caotiche, con famiglie costrette ad abbandonare tutto sotto il fragore degli esplosivi.