Lo stupro di Massimiliano Mulas, fermo convalidato dopo la scena muta davanti al gip

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La Nuova Sardegna INTERNO

Sassari Fermo convalidato per violenza sessuale sulla bimba di 11 anni a Mestre, dopo la scena muta davanti al gip, Massimiliano Mulas resta nel carcere di Santa Maria Maggiore. Intanto, nei confronti del 45enne di origine sarde, nato in Germania – a Bruchsal, Baden-Württemberg – e residente a Tempio, con una sfilza di procedimenti giudiziari in corso per reati simili, uno anche in Sardegna, il «profondo sdegno» della comunità è unanime e arriva in primis dal presidente del Veneto, Luca Zaia (La Nuova Sardegna)

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La minore era stata seguita per strada dopo essere uscita dalla palestra, prima di subire la violenza nell’androne del proprio palazzo. È stato convalidato il fermo con custodia cautelare in carcere per Massimiliano Mulas, 45 anni, originario di Tempio Pausania (provincia di Sassari), accusato di aver aggredito e violentato una bambina di 11 anni a Mestre lo scorso giovedì. (Tiscali Notizie)

Dalle prime ricostruzioni, Massimiliano Mulas avrebbe seguito la bambina, che stava tornando a casa dopo essere stata in palestra. La bambina era ancora al telefono con una amica che ha udito le sue grida (e che ha subito allertato i soccorsi). (Vanity Fair Italia)

Violenza sessuale su bimba di 11 anni. Il "mostro" era stato in carcere per reati simili. L'indignazione

Il racconto del carabiniere Carmine Tondi Ecco come è stato fermato dalla viva voce del carabiniere Carmine Tondi, 23 anni, addetti alla stazione carabinieri di Mestre, che anche se libero dal servizio si è precipitato alla ricerca del sospetto di cui era stato diramato l’identikit. (Il Gazzettino)

La vicenda ha avuto inizio con una telefonata disperata al comando dei carabinieri di Mestre. In un tranquillo giovedì sera a Mestre, un giovane carabiniere ha dimostrato che l'intuito, unito a un addestramento rigoroso, può fare la differenza tra la libertà e la cattura di un pericoloso criminale. (Polesine24)

“Con le dinamiche del caso che sembrano ben delineate, di fronte a quanto avvenuto la sera di giovedì scorso a Mestre non può che esserci spazio per una grande indignazione oltre che per una profonda riflessione da cui tutta la società non si può esimere. (AltoVicentinOnline)