Usa, Amazon ammette: dipendenti costretti a fare pipì in bottiglie

Gazzetta del Sud ESTERI

La società è stata quindi costretta a fare dietrofront: «Dobbiamo delle scuse a Pocan», ha detto.

Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti»

Un’ammissione clamorosa che arriva dopo una polemica sollevata da un tweet di un membro democratico della Camera Usa, Mark Pocan.

«Solo perchè paghi i tuoi impiegati 15 dollari all’ora non ti rende un posto di lavoro all’avanguardia - aveva detto rivolgendosi al gigante dell’e-commerce - se costringi i tuoi impiegati a fare pipì nelle bottiglie di plastica». (Gazzetta del Sud)

Ne parlano anche altri giornali

Per questo, serve subito un nuovo scostamento per salvare imprese e partite Iva in crisi. Un mondo che difficilmente potrà essere risollevato dai 20 miliardi di euro del Recovery plan che potrebbero arrivare quest’anno. (Yahoo Finanza)

Matteo Tontini,. I ritmi dei corrieri Amazon sono davvero serrati, questo è risaputo, e alcuni sostenevano che gli autisti non avessero neppure il tempo di andare al bagno tra una consegna e l’altra. (Webnews.it)

Per approfondire la conoscenza del nuovo testo, in sede di consultazione e in relazione a quello precedente, è stata messa a disposizione una tabella comparativa L’adozione del Codice di Comportamento dei dipendenti rappresenta una delle principali azioni ed è finalizzata all’attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione: la predisposizione del Codice costituisce, pertanto, elemento essenziale del Piano triennale per la Prevenzione della Corruzione. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

L’account di Amazon che si occupa su Twitter di pubblicare notizie e aggiornamenti sull’azienda ha twittato piccato negando “la cosa”. (IlTrigno.net)

Amazon si scusa. Tutto questo ha portato Amazon a scusarsi, qualcosa che non era praticamente mai successo. Amazon è cresciuta tantissimo e spesso quando un qualcosa cresce così tanto, le parti negative si gonfiano con esse (Tecnoandroid)

“Sono tre anni che aspettiamo, siamo stanchi” dicono i lavoratori. Il presidio è stato organizzato dalle sigle sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Uglm di Torino a 18 giorni dai licenziamenti che scatteranno il 25 aprile, per ribadire al Governo la richiesta di un tavolo che abbia l’obiettivo di dare continuità al progetto Italcomp (LaPresse)