Meta abbandona il fact-checking: un'era nuova per l'informazione

Meta abbandona il fact-checking: un'era nuova per l'informazione
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ECONOMIA

Il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito "vergognosa" la decisione di Meta di abbandonare il fact-checking, un sistema introdotto nel 2016 per combattere la disinformazione. Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato del colosso tecnologico, ha annunciato che il fact-checking sarà sostituito, per ora solo negli Stati Uniti, da un nuovo sistema basato sulle "Community Notes". Questo sistema, simile a quello utilizzato sul social network X di Elon Musk, lascia agli utenti la responsabilità di aggiungere contesto e correggere eventuali errori nelle informazioni condivise.

Zuckerberg, in un video in cui ha argomentato la sua scelta, ha fatto ampio uso di argomenti liberali a cui era stato finora insensibile. La decisione di Meta rappresenta un cambiamento profondo negli Stati Uniti, dove le grandi aziende stanno abbandonando i diktat della religione woke, privilegiando il buonsenso e la concretezza. La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali ha accelerato questa tendenza, portando a una rivoluzione anti-woke che ha coinvolto anche Meta.

Corrado Ocone, in un articolo pubblicato il 10 gennaio 2025, ha paragonato Zuckerberg a Paolo di Tarso, folgorato sulla via di Mar-a-Lago. La chiusura del sistema di moderazione su Facebook segna la fine di un'era e l'inizio di una nuova fase per il colosso tecnologico. Le politiche DEI (diversità, equità e inclusione) sono state abbandonate, e Meta si sta orientando verso un approccio più pragmatico.

In Europa, gli utenti sono al momento al sicuro grazie a regolamenti come il Digital Services Act e il Digital Markets Act, che rappresentano una garanzia contro la disinformazione.