Ucraina si ritira dal Kursk, Trump lancia ultimatum a Putin per la tregua




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Mentre i combattimenti infuriano nella regione russa di Kursk, da cui le forze ucraine hanno iniziato a ritirarsi dopo settimane di scontri, il panorama diplomatico si muove su un binario parallelo, segnato da tensioni e tentativi di mediazione. Gli Stati Uniti, guidati da Donald Trump, hanno presentato a Kiev una bozza di tregua della durata di un mese, già accettata dall’Ucraina, e ora si preparano a sottoporla alla Russia. Fonti vicine alla Casa Bianca parlano di una telefonata tra Trump e Vladimir Putin, oltre all’invio a Mosca di negoziatori americani, tra cui Steve Witkoff, atteso nella capitale russa per colloqui con il Cremlino.
Il governo russo, tuttavia, mantiene un atteggiamento cauto, consapevole di poter giocare la carta del tempo a proprio favore. Mosca ha già delineato le condizioni per avviare colloqui di pace, presentate agli Stati Uniti tre settimane fa: l’abbandono delle ambizioni ucraine di entrare nella Nato, il divieto di dispiegamento di truppe straniere in Ucraina dopo il conflitto e il riconoscimento internazionale della sovranità russa sulla Crimea e sulle quattro regioni ucraine parzialmente occupate – Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Queste aree, secondo il Cremlino, sono ormai parte integrante della Federazione Russa, come sancito dalla Costituzione del paese.
Intanto, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato l’arrivo dell’inviato americano, sottolineando che per Mosca la questione territoriale è “un dato di fatto”. Nonostante i tentativi diplomatici, però, il conflitto non accenna a placarsi. Nelle ultime ore, l’Ucraina è stata colpita da una pioggia di droni e missili, mentre i combattimenti continuano a infuriare in diverse zone del fronte.
La proposta di tregua avanzata dagli Stati Uniti rappresenta un tentativo di ridurre le ostilità, ma il percorso verso un accordo stabile appare ancora lungo e irto di ostacoli. La Russia, che controlla militarmente parte del territorio conteso, non sembra disposta a cedere sulle sue pretese, mentre l’Ucraina, pur ritirandosi da Kursk, mantiene ferma la sua opposizione alle condizioni imposte da Mosca.
In questo contesto, il ruolo degli Stati Uniti si rivela cruciale, ma non privo di complessità. Trump, che ha sempre mostrato una certa apertura verso Putin, cerca ora di mediare tra le parti, spingendo per una pausa nei combattimenti che potrebbe aprire la strada a negoziati più ampi. Tuttavia, la distanza tra le posizioni di Kiev e Mosca rimane significativa, e la tregua proposta rischia di essere solo una parentesi temporanea in un conflitto che continua a mietere vittime e distruzioni.