Francis Ford Coppola contro Trump: "Chiude la porta agli investimenti"

Francis Ford Coppola contro Trump: Chiude la porta agli investimenti
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A Francis Ford Coppola Donald Trump non piace. E di certo, il regista 5 volte premio Oscar (più uno alla memoria) è uno abituato a dire ciò che pensa. Così ha fatto ancora una volta, in un’intervista a GQ nella quale ha criticato duramente l’idea del presidente americano di imporre dazi sui prodotti cinematografici non americani. Per Coppola sarebbe come “sbattere la porta in faccia” a potenziali guadagni per gli Stati Uniti: “Non fa che creare incertezza – ha detto Coppola -. (Sky TG24)

Ne parlano anche altri giornali

Il Ritorno di Un Classico: Anticipazioni su “Final Destination Bloodlines” Un Viaggio nei Ricordi (SofiaOggi.com)

Tom Cruise si prepara ad una nuova “Missione Impossibile". In questi giorni è partito il tour promozionale del nuovo film della saga action più famosa degli ultimi anni, che approderà anche sulla Croisette al prossimo Festival del Cinema di Cannes. (rtl.it)

Per visionare questo contenuto si prega di fornire il consenso cliccando qui Un giornalista coreano aveva chiesto se il blockbuster, girato in varie parti del mondo, Africa inclusa, sarebbe stato colpito da eventuali tasse. (RaiNews)

Perché i dazi sui film che vuole Trump non sono quello che serve a Hollywood

Durante il suo secondo mandato presidenziale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha adottato una politica commerciale aggressiva, imponendo e minacciando nuovi dazi su vari partner commerciali e in vari settori, dal mondo tech ai vini. (Libero Tecnologia)

Poco prima di entrare alla Casa Bianca, Donald Trump aveva nominato come «ambasciatori speciali» per «il problematico» Hollywood tre attori molto vicini al movimento Maga: Sylvester Stallone, Mel Gibson e Jon Voight, che avrebbero dovuto «salvare un’azienda fallita». (Il Messaggero)

L'ultima di Trump: dazi sui film prodotti all'estero Da industria che produce film e serie tv – e quindi servizi invece che prodotti – è possibile che Hollywood fosse convinta di essere al riparo dai dazi del presidente statunitense Donald Trump (Wired)