Il Prosecco made in Italy insidiato dal Prosek croato, che ha richiesto una menzione all’UE

Proiezioni di Borsa INTERNO

Ignorato il contenzioso precedente del 2013. Di nuovo il Prosecco made in Italy insidiato dal Prosek croato, che ha richiesto una menzione all’UE fa paura.

“Riserva”, “Superiore”, “Château”, “Grand Cru” sono tutti esempi di menzione tradizionale riconosciuti dalle norme dell’UE.

Ma stavolta Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale”, che non è una DOP ma un modo di proteggere nomi ad essa legati. (Proiezioni di Borsa)

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Sul punto è intervenuto oggi anche il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, per il quale "il Prosek è una vergogna assoluta" A nulla valgono le rassicurazioni della Commissione- continua Borgonzoni- secondo cui il 'prosek croato' non avrebbe nulla in comune con il nostro Prosecco. (Adnkronos)

La vicenda nasce quando la Croazia chiede il riconoscimento della denominazione Prošek come menzione tradizionale da abbinare a un vino bianco locale simile al passito. Quella che è già stata definita “la guerra delle bollicine tra l’italiano Prosecco e il croato Prošek” aggiunge un nuovo tassello alla vicenda: la denominazione del vino croato Prošek è ammissibile. (La Tribuna di Treviso)

"Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco ma anche per non creare pericolosi precedenti", tuona il consorzio Prosecco Docg. Dunque, afferma il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, “procederà ora alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea” (La voce di Rovigo)

Lo ha reso noto l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier ricordando che solo lo Stato membro dell'Unione europea portatore di interesse, in questo caso l'Italia, può opporsi al riconoscimento della denominazione per il vino bianco passito croato (Il Friuli)

Chiediamo al ministro Patuanelli che già domani 16 settembre, nel corso del G20 Agricoltura a Firenze, indichi quali procedure d’urgenza verranno disposte per tutelare la denominazione Prosecco e contestualmente il territorio di produzione». (TrevisoToday)

La “battaglia” del Prosecco tra Italia e Croazia va avanti: secondo la corte non è necessario che il prodotto contestato sia simile o identico a quello protetto dalla denominazione, in quanto l’esistenza del nesso tra il falso e l’autentico può derivare anche da un’affinità fonetica oppure visiva. (inItalia)