Conclave 2025, prima fumata nera: il referendum su Parolin e l'attesa per il nuovo Papa

Conclave 2025, prima fumata nera: il referendum su Parolin e l'attesa per il nuovo Papa
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Redazione Interno Redazione Interno   -   I 133 cardinali elettori, dopo la messa pro eligendo celebrata stamattina, hanno avuto qualche ora di tregua prima di chiudersi in conclave per decidere il successore di Papa Francesco. Alle 15.45, usciti dalla Domus Santa Marta, si sono diretti verso il Palazzo apostolico, alcuni a piedi, altri con i pulmini vaticani, per la processione nella Cappella Paolina. La prima fumata, arrivata poco dopo le 19, è stata nera, segno che nessun nome ha ancora raggiunto il quorum dei due terzi, fissato a 89 voti.

Tra i papabili più quotati c’è Pietro Parolin, segretario di Stato, la cui figura domina le speculazioni tanto quanto accadde con Ratzinger nel 2005 e Bergoglio nel 2013. Nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 65enne porporato è al centro di un vero e proprio "referendum", come lo definiscono in curia, dove ogni scrutinio viene letto come un plebiscito sulla sua candidatura. Le sue parole all’ex compagno di scuola – «a presto», più una frase rimasta volutamente non divulgata – hanno alimentato ulteriori congetture, sebbene lo stesso Parolin abbia sempre evitato dichiarazioni pubbliche sul tema.

A Schiavon, intanto, l’atmosfera è sospesa tra speranza e scaramanzia. Nessuna processione, nessun gruppo di preghiera organizzato, solo un’attesa discreta, quasi laica, che si respira al bar tra amici o lungo la trafficata Marosticana, strada che – scherzano i paesani – «richiede un segno della croce prima di attraversarla». C’è chi conserva già quelle che chiama, con ironia, «reliquie»: cartoline, foto, ricordi di un uomo che potrebbe diventare il primo Papa veneto nella storia.