Kgm Actyon, il ritorno di un Suv che punta sulla personalità

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Redazione Scienza e Tecnologia Redazione Scienza e Tecnologia   -   Da SsangYong a Kg Mobility, passando per l’importazione affidata ad ATFlow: la storia dell’Actyon, che oggi torna sul mercato con un nuovo nome e un rinnovato spirito, è un rebus di marchi e passaggi societari. Ma a chi guarda al prodotto finito, più che alle vicende industriali che lo hanno plasmato, interessa soprattutto cosa sappia fare. E questo Suv coreano, che si colloca nel segmento D+ con i suoi 4,74 metri di lunghezza, 1,91 di larghezza e 1,68 di altezza, dimostra fin dal primo test drive di non aver smarrito il carattere che lo ha reso riconoscibile.

C’era una volta la Actyon, lanciata nel 2006 come antesignana delle suv-coupé, un concetto allora poco diffuso. Oggi, a sette anni dall’uscita di scena, riappare con un design ancor più spigoloso e una griglia frontale che ne accentua l’identità. Ma sotto la carrozzeria, che mantiene solo un vago richiamo al passato, tutto è cambiato: il motore è un 1.5 turbo benzina da 163 cavalli, abbinato a un cambio automatico Aisin a sei rapporti, mentre l’abitabile – curato nei materiali e nello spazio – offre una capacità di carico tra le più generose della categoria.

Durante un test di circa 50 minuti, sufficiente per coglierne pregi e difetti, l’Actyon si è rivelato agile nonostante le dimensioni, con una sospensione che assorbe bene le asperità del fondo stradale. L’equipaggiamento, nella versione top K-Line, include sedili riscaldati e ventilati, un doppio display da 12,3 pollici e un pacchetto di sistemi di assistenza alla guida di livello 2.5. Peccato solo per qualche plastichetta troppo economica nella plancia, un dettaglio che stride con l’ambizione di posizionarsi nella fascia premium.