La promessa italiana all’Iran per la liberazione di Cecilia Sala: no all’estradizione di Abedini
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Non è il ponte di Glienicke a Berlino dove americani e sovietici trafficavano ostaggi durante la guerra fredda, ma la storia è quasi la stessa. L’unica differenza è nei tempi dello scambio. Differiti in questo caso: dopo tre settimane di prigionia nel famigerato carcere di Evin, ieri, Cecilia Sala è tornata in Italia dall’Iran, prima o poi Mohammed Abedini farà il percorso inverso. Intanto, e questo è il particolare decisivo, Roma ha garantito a Teheran che l’ingegnere arrestato il 16 dicembre a Malpensa non verrà estradato negli Stati Uniti, dove su di lui pendono accuse di terrorismo, cospirazione e associazione a delinquere. (il manifesto)
Ne parlano anche altre fonti
L'ingegnere svizzero-iraniano è detenuto nel carcere di Opera. "Nessun collegamento tra i due casi" aggiunge l'avvocato (LAPRESSE)
ROMA. Ad accenderlo è Teheran: «Ora speriamo che anche Abedini torni presto a casa», fanno sapere a La7 font… (La Stampa)
Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. (Sky Tg24 )
Alle 11.25, quando la notizia della liberazione di Cecilia Sala viene diffusa da Palazzo Chigi e rimbalza sulle agenzie di stampa, l’impressione è che il buon esito della vicenda sia giunto perfino prima delle ipotetiche aspettative delle istituzioni italiane. (Avvenire)
Milano, 10 gen. - Nella valigetta sequestrata ad Abedini “c’erano computer, alcuni fogli documentali commerciali, qualche sim che servono per strumenti anche personali e cellulari: nulla di delinquenziale”. (Il Sole 24 ORE)
in una base statunitense in Giordania sia stato commercializzato proprio attraverso una società che fa capo ad Abedini. (Il Sole 24 ORE)