L’orribile incesto (involontario) tra madre e figlio con la morte unica via per la liberazione: “Edipo a Colono” al Teatro Greco di Siracusa da standing ovation
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“Non nascere, ecco la cosa migliore, e se si nasce, tornare presto là da dove si è giunti. Quando passa la giovinezza con le sue lievi follie, quale pena mai manca? Invidie, lotte, battaglie, contese, sangue, e infine, spregiata e odiosa a tutti, la vecchiaia”. Parole sagge quelle pronunciate da Edipo, scritte da un Sofocle ormai 90enne, al Teatro Greco di Siracusa. Si è tenuta ieri sera la prima di “Edipo a Colono”, la seconda delle tragedie classiche scelte per la 60esima edizione della stagione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altri media
Elettra è gonfia di rabbia evasa, graffia senza artigli, canta senza voce, avrebbe un disperato bisogno di un abbraccio ma sguscerebbe via da quanto è scarna: le chiedono di diventare ragionevole, ma lei rifiuta il cosiddetto viver civile, l’accettazione della mancanza che le chiede Crisotemi. (Giornale di Sicilia)
Sofocle con “Elettra” lo spiega bene e a lettere cubitali, in una delle tragedie classiche più intense e difficili. Nessun compromesso nel nome della giustizia. (Il Fatto Quotidiano)
A sollevare la questione sono i consiglieri Luigi Gennuso, Damiano De Simone, Cosimo Burti, Alessandra Barbone, Salvatore La Runa e Leandro Marino, che dichiarano: “È sconfortante assistere a decisioni assunte in maniera frettolosa, senza un’adeguata programmazione e senza tenere conto delle conseguenze sul traffico urbano e sulla quotidianità dei cittadini. (Siracusa News)
La ‘prima’ di Edipo a Colono firmata da Robert Carsen è la naturale prosecuzione del suo Edipo Re portato in scena nel 2022. E sa usare,accanto ai testi,come sempre,magistralmente il suo corpo,quasi fosse un altro personaggio sulla scena,un riflettore puntato sul messaggio. (SiracusaOggi.it)
È un palazzo spezzato quello che accoglie lo spettatore al Teatro Greco di Siracusa, una rovina “adagiata al suolo” – come racconta lo scenografo Gianni Carluccio – che continua a custodire al suo interno l’orrore, il lutto, l’urgenza mai estinta della vendetta. (HuffPost Italia)
“I Persiani” di Eschilo, “Alcesti” di Euripide e “Antigone” di Sofocle. (SiracusaOggi.it)