Da autonomi a dipendenti, il futuro dei medici di famiglia: la riforma fa discutere

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Da autonomi a dipendenti. Una vera e propria rivoluzione. E il dottor Tersilli, medico della mutua, un passato lontanissimo. La bozza di riforma, anticipata dal Corriere della Sera, fa già discutere. Prevede che i medici di famiglia diventino dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Dovranno lavorare 38 ore settimanali, con un minimo di ore dedicate ai pazienti e il resto per la programmazione territoriale, garantendo una presenza costante per i cittadini. (L'Unione Sarda.it)
Ne parlano anche altri giornali
– “I medici di famiglia siano dipendenti del Servizio sanitario nazionale”. Favorevole alla proposta è il referente per la Medicina generale a Roma e nel Lazio in Fp Cgil medici e dirigenti sanitari, Claudio De Luca. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L’Autonomia in ambito sanitario. Là dove non arrivano gli accordi tra Stato e Regioni – anche dopo la “buona notizia” della Corte Costituzionale, di tavoli romani non si è vista nemmeno l’ombra – allora arriva il governo. (Il Mattino di Padova)

Questa iniziativa, in linea con gli obiettivi del Pnrr, costituisce un passaggio fondamentale per modernizzare l'assistenza territoriale e realizzare un sistema sanitario più vicino alle esigenze dei cittadini, ed è frutto di un lavoro da me coordinato anche in sinergia con le principali rappresentanze sindacali e dell'Ordine dei medici che ne hanno apprezzato spirito e contenuti. (il Giornale)