Van der Poel domina la Parigi-Roubaix tra sfide e incidenti, mentre Ganna sfiora l'impresa

Van der Poel domina la Parigi-Roubaix tra sfide e incidenti, mentre Ganna sfiora l'impresa
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Mathieu van der Poel ha scritto un altro capitolo della sua leggenda alla Parigi-Roubaix, aggiudicandosi per la terza volta consecutiva la corsa più temuta e amata del ciclismo mondiale. Un’impresa che, prima di lui, solo due giganti del passato erano riusciti a compiere: Octave Lapize, pioniere delle salite dei Pirenei, e Francesco Moser, che oggi, osservando il dominio dell’olandese, non esclude che possa superarlo. «Vedrete che vincerà anche la quarta», ha detto il campione trentino, rievocando la sua storica rivalità con Roger De Vlaeminck nel 1974.

Quella di quest’anno è stata un’edizione drammatica e spettacolare, in cui van der Poel ha dovuto affrontare non solo il pavé e l’agguerrito Tadej Pogačar, ma anche un episodio spiacevole. A pochi chilometri dal traguardo, mentre cercava di mantenere il vantaggio dopo un cambio bicicletta reso necessario da un guasto meccanico, è stato colpito al volto da una borraccia lanciata da uno spettatore. «Un gesto inaccettabile, da punire severamente», hanno commentato i dirigenti della corsa, sottolineando il rischio corso dall’atleta in un tratto già insidioso per natura.

Pogačar, da parte sua, ha confermato di essere uno dei pochi in grado di tenere il passo del fuoriclasse olandese, pur pagando lo scotto di una caduta in una curva cruciale. Una svista che gli è costata caro, ma non ha intaccato la sua prestazione complessiva, tanto da fargli meritare i riconoscimenti della critica. Meno fortunato Filippo Ganna, vittima di una foratura sul primo tratto di pavé a 160 chilometri dall’arrivo. Un intoppo che ha compromesso le sue ambizioni, relegandolo al 13º posto, pur lasciando intravedere ciò che avrebbe potuto essere senza quell’imprevisto.