Roma, arrestato Olinto Bonalumi. Era latitante dal 2021
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L'operazione della Polizia che ha catturato il 65enne legato alla mafia foggiana. Deve scontare 13 anni di carcere Nel tardo pomeriggio odierno, a Roma, all’esito di articolate indagine coordinate dalla Procura distrettuale di Bari, la Polizia di Stato ha tratto in arresto Olinto Bonalumi, 65 anni, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Ancona. (LAPRESSE)
Su altri media
La Polizia ieri, all’esito di indagini coordinate dalla Procura distrettuale di Bari, ha arrestato a Roma (zona Eur) Olinto Bonalumi, 65 anni, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Ancona. (Il Fatto Quotidiano)
Arrestato a Roma Olinto Bonalumi, il “Lupin” di Foggia: latitante dal 2021, deve scontare 13 anni di carcere Arrestato a Roma Olinto Bonalumi, il "Lupin" di Foggia: latitante dal 2021, deve scontare 13 anni di carcere - PH GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (StatoQuotidiano.it)
Bonalumi è condannato a più di 13 anni di carcere per concussione, furto e rapina tra le altre cose: in passato ha effettuato diversi furti da caveau di massima sicurezza. Sarebbe associato anche alle organizzazioni mafiose foggiane. (Fanpage.it)
Alcuni erano stati sventati, molti di più erano andati a segno, consentendogli di mettere da part… Nel marzo 2012 aveva organizzato il colpo al Banco di Napoli di Foggia: da 164 cassette di sicurezza erano stati portati via denaro e preziosi per 15 milioni di euro. (La Repubblica)
Nell’elenco dei latitanti pericolosi del ministero dell’Interno, Olinto Bonalumi dal 2021 era ricercato perché protagonista in passato di gravi reati contro il patrimonio, tra cui diversi furti presso caveau di istituti di vigilanza. (Poliziamoderna.it)
Fine della fuga per Olinto Bonalumi. Bonalumi dal 2022 era stato inserito nella lista dei latitanti pericolosi del ministero dell'Interno: su di lui pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Ancona. (Today.it)