Rooney, Roy e Kushner contro le istituzioni culturali israeliane: “Non lavoriamo con i complici dell’oppressione”
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– “In quanto scrittori, editori, lavoratori dell’industria editoriale, pubblichiamo questa lettera mentre affrontiamo la più profonda crisi morale, politica e culturale del XXI secolo”. Così inizia la lettera firmata da oltre mille scrittori e professionisti dell’editoria che chiedono il boicottaggio delle istituzioni culturali israeliane che “sono complici o sono rimaste osservatori silenziosi dell'oppressione schiacciante dei palestinesi”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Solo nell’ultima settimana la cosiddetta “unica democrazia del Medio Oriente” ha commesso almeno cinque stragi con più di cento morti, ha messo fuori legge l’UNRWA, ossia l’unica agenzia internazionale che garantisce gli aiuti umanitari ai civili palestinesi, e continua ad assediare centinaia di migliaia di persone nel nord della Striscia di Gaza impendendo loro di ricevere ogni bene di prima necessità, cibo e acqua compresi. (L'INDIPENDENTE)
Testimone senza volerlo. La mattina del 7 ottobre 2023, lo scrittore e politico palestinese Atef Abu Saif si trovava a Gaza per quella che avrebbe dovuto esse una visita di qualche giorno. Ministro della Cultura dell’Autorità nazionale palestinese fino allo scorso aprile, nato a Jabalia, nel nord della Striscia, ma residente a Ramallah, era arrivato nell’enclave per celebrare la Giornata del patrimonio palestinese e visitare alcuni familiari. (lavialibera)
Era il 7 ottobre 2023, un punto di “frattura” e di non ritorno per il Medio Oriente. Dal massacro non soltanto di quei ragazzi che partecipavano a un rave musicale, ma anche dei civili colpiti nelle loro case, nei kibbutz, nelle strade, travolti da una furia cieca di violenza e orrore che provocò un totale di 1200 vittime, di cui 700 civili israeliani. (Gazzetta D'Asti)
Con queste premesse più di mille tra scrittori, ricercatori e lavoratori del mondo della cultura rifiutano la collaborazione con le istituzioni letterarie israeliane, in un appello diffuso ieri sul sito di The Palestine Festival of Literature, il primo che unisce le voci del mondo intellettuale occidentale e non solo. (il manifesto)