L'infermiera di Medici Senza Frontiere in Libano: «Non dobbiamo curare soltanto traumi e ferite causate dai bombardamenti, ma anche e soprattutto cicatrici dell’anima»

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Vanity Fair Italia ESTERI

Che situazione ha trovato? «Sto lavorando come referente medico, precisamente nella Valle del Bekaa. Qui i raid israeliani sono in continuo aumento e di conseguenze anche i morti e feriti. Tante persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni per cercare rifugio in posti considerati più sicuri, in tenda o in alcune scuole. Ci sono migliaia di sfollati e rifugiati in tutto il Paese. Lavoriamo a ritmi molto intensi, la situazione è precaria anche per noi del team MSF: a causa dei bombardamenti, ad alcuni colleghi è capitato di dover abbandonare velocemente le proprie abitazioni nel cuore della notte senza riuscire a portare nulla con sé». (Vanity Fair Italia)

Su altri giornali

Non vorrebbero, ma sono costretti. Ed è una selezione innaturale, controintuitiva, perché alla fine sono i pazienti più gravi che paradossalmente avranno maggiori possibilità di sopravvivere, di recuperare: i centri specializzati in traumi, con le sale operatorie migliori… (la Repubblica)

CC BY-NC-SA 4.0 DEED La speciale donazione del contingente italiano della missione Unifil sarà destinata agli sfollati delle aree di confine del Libano meridionale (Ministero della Difesa)

L'UNICEF è presente sul campo per fornire sostegno psicologico d'emergenza a migliaia di bambini e a chi se ne prende cura. Dal 23 settembre 2024, l'UNICEF ha raggiunto più di 9.600 bambini e persone che se ne prendono cura con un primo soccorso psicologico e ha fornito un sostegno a livello comunitario a quasi 10.000 bambini. (UNICEF Italia)

Libano. Un punto fermo nelle intemperie

In cinque settimane di guerra in Libano, oltre 100 bambini sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani. Lunedì scorso, nella valle orientale della Bekaa almeno 60 persone, tra cui due bambini, sono state uccise dai bombardamenti israeliani durante la notte, in uno degli attacchi più letali nella valle da quando si è intensificato il conflitto lo scorso 23 settembre. (Vita)

BEIRUT – Lungo la strada che da Beirut porta al vicariato di Jeita, sulle colline a nord della capitale libanese, pochi giorni fa un drone israeliano ha “cacciato” e individuato, in mezzo al traffico caotico della superstrada, un macchina su cui viaggiava un uomo – ritenuto parte dei “servizi segreti” di Hezbollah - con la moglie iraniana. (L'HuffPost)

Libano. Un punto fermo nelle intemperie Nonostante la guerra, la piccola comunità libanese del movimento si è riunita per la Giornata d’inizio anno. E per rispondere a una domanda: dove riponiamo la nostra speranza? Maria Acqua Simi (Comunione e Liberazione)